Recensione: Renegade

Di Enzo - 19 Dicembre 2001 - 0:00
Renegade
Band: Hammerfall
Etichetta:
Genere:
Anno: 2000
Nazione:
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75

E’ molto facile seguire le mode ed è ancor più facile criticare ed infamare, una band, come gli Hammerfall, che fino a qualche tempo fa era osannata su tutti i fronti. Il metallaro segue la massa, come tutti, c’è poco da fare, non si tratta di una casta a parte come molti si ostinano a pensare. E credetemi ragazzi, se dico che gli Hammerfall sono una delle poche HM band valide nate ultimamente dovete credermi. Mi trovate un altro gruppo che ha le palle di coverizzare canzoni come “Back To Back” (nel secondo disco) e “Child of the Damned” (come avveniva nel primo disco)? Magari manco sapete di cosa parlo!
Se i primi due album sono stati davvero esemplari lavori, questo Renegade lo è altrettanto. Certo è che mi aspettavo una svolta sonora ancor più granitica e rocciosa, mi aspettavo 10 canzoni sulla falsariga di Let The Hammer Fall e At The End Of The Rainbow…ma purtroppo di sound più rocciosi e cantato più aggressivo nulla, insomma un disco che suona un pò troppo simile ai precedenti, anzi, che vede un certo “arruffianamento” delle canzoni.
L’album parte con Templars Of Steel, bel riff potente e graffiante song resa indiscutibilmente mitica dal rocciosissimo chorus di matrice addirittura acceptiana. Tutto si ripete
in Keep the Flame Burning, dall’andamento sostenuto ed ossianico. La title track Renegade forse è il punto più basso del lavoro, apparendo forse un pò troppo scontata dal suo inizio alla fine. Ancora degna di nota invece Living In Victory, dal bridge davvero bello, e dagli assoli davvero ottimi di Dronjak. Peccato che la voce di Cans getti qualitativamente sotto questa canzone ostinandosi a cantare sempre in maniera così limpida e pulita, dovrebbe dare una svolta più “loud” alla sua timbrica. Always Will Be è la classica ballad della band che si snoda su ritmi blandi quanto intensi. Segue The Way Of Warrior, un buon pezzo dal flavour epico, cadenzato e meditato. Buona questa volta l’interpretazione di Cans, ottima anche quella di Dronjak che dimostra di avere buone qualità chitarristiche (per chi ancora dubitasse della sua caratura tecnica). Destined For Glory è potente ed aggressiva, un refrain d’impatto davvero azzeccato ed una buona prestazione di Anders alla batteria la rendono uno dei punti migliori del disco. E se The Champions è un’altra song resa incredibilmente bella dai suoi taglienti riff, ciò non si può dire della seguente quando modesta (nonchè strumentale) Raise the Hammer. Chiude l’album A Legend Reborn, indiscussa hit del disco, resa immortale proprio dallo splendido refrain che rimarrà per sempre scolpito nelle pagine dell’Heavy Metal.
Vorrei inoltre aggiungere una mia piccola considerazione personale, è scandaloso come poco tempo fa c’erano persone che vendevano magliette di insulto alla band in questione e schiere di metallari che orgogliosi spendevano i loro denari per acquistarle ed indossarle deridendo così non solo gli Hammerfall, ma l’Heavy Metal e, prima ancora, se stessi. Sono questi gli episodi che mi fanno essere conscio di non essere assolutamenteun metallaro, ma semplicemente un Heavy Metal maniacs….due cose totalmente distinte ma che al massimo in 3 o 4 comprenderanno.

Vincenzo Ferrara

Track List:
Templars of steel
Keep the flame burning
Renegade
Living in victory

Always will be

The way of the warrior

Destined for glory
The champion
Raise the hammer

A legend reborn

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