Recensione: Resurrection

Di Onirica - 26 Marzo 2002 - 0:00
Resurrection
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Anno: 2002
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80

Oggi ho comprato un libro dal titolo Genio e Follia, di certo le due paroline magiche che lo stesso autore Karl Jaspers (1883-1969) utilizzerebbe se venisse a contatto di Resurrection: posso assicurarvi che come raramente accade che io acquisti un libro, tanto di rado nasce l’opportunità di trovarsi davanti ad un gruppo esordiente come i Dynamic Lights. Ecco una nuova vita prendere forma attraverso talento artistico, audacia e tecnica compositiva. Da Pesaro con furore la prima incisione in studio di una band certo giovanissima, ma comunque attenta a non commettere il classico errore di cadere nell’ingenuità melodica delle prime registrazioni. Su un piatto d’argento quattro tracce studiate con fatica nella tormentata stesura di brani assolutamente complicati, come detta la classica tradizione progressiva: svelte le luci saltano da un secondo all’altro mostrando con straordinario dinamismo gli aspetti più piacevoli del disco. Ecco l’organizzazione delle tracce:

TrackList:

Straight To The Sun
1. Breath Of The Earth
2. Breath Of The Sun
Rescued From Oblivion
3. Awakening/Consciousness
4. Deception/Revenge

Sono stufo di sentire stridule urla confondersi con le linee più acute di chitarra, per questa ragione ringrazio Matteo: una voce piena, certo non ancora del tutto matura, ma poderosa e paradossalmente più completa di quelle spacciate per le migliori; una marcatura senza dubbio più vicina ad Allen Russell che a Matos. Sempre di Matteo le lyrics oscure ed introspettive, a caccia di un nuvo stato fisico e mentale, nella relatività di un nuova dimensione spaziotemporale.

Breath Of the Earth augura subito un buon viaggio, prendendo pian piano quota sulla ritmica di Simone, batterista le cui ottime capacità sono spesso frenate dal timore di azzardare qualcosina in più. Un distinto pianoforte in perfetto stile Moore ci conduce per mano ad un piacevole intervallo di basso firmato da Raffaele. Ottima la conclusione.

I nuovi spunti che contraddistinguono questo gruppo si possono gustare nell’intro a Breath Of The Sun dove tristi note avvolgono di mistero ed atmosfera parole angoscianti e rimorso. Trascorsi i tre minuti, straordinario il passaggio alle tastiere e al basso, presto supportati da una vigorosa distorsione di chitarra. Ed è proprio quest’ultimo strumento il protagonista della seconda traccia: sin dall’inizio Marco riesce a stupirci con effetti speciali e un genio compositivo veramente invidiabile. In generale, non mancano le influenze di Romeo e Petrucci a fare di questa la mia track preferita, anche perchè quasi la rielaborazione di frammenti come Another World dei Dream Theater (ACOS).

Sipario di presentazione delle tastiere è Awakening/Consciousness. Nonostante i primi 60 secondi non brillino d’originalità e fantasia compositiva, è curioso vedere come proseguendo nel tempo un professionista a tutti gli effetti sia riuscito in qualche modo ad anticipare le novità proposte da Jordan Rudess nell’ultima uscita ufficiale dei Dream (Resurrection è stato registrato tra settembre e novembre 2001). Questo è il Simone che preferisco mentre le ultime entusiasmanti linee a sei corde permettono si stringere la mano alla chiave di svolta strumentale del Cd con Deception/Revenge: apparentemente il brano più tranquillo, si rivela quello progressivamente più accattivante, sconfinando nel delirio della parte conclusiva dove basso e chitarra diventano incontrollabili nel loro percorrere scale incredibili.

Insomma, sebbene le influenze conservate nel proprio inconscio siano evidenti, questo gruppo si dimostra in possesso di un’ottima capacità di rielaborazione da adattare alla personale fantasia creativa. Attenzione, non il contrario. Sono convinto che Resurrection sia solo un anticipo per il semplice fatto che il risultato è già grande. L’unico aspetto non molto apprezzato dal sottoscritto sta nella tendenza a brusche frenate che spesso fanno fatica a prendere nuova velocità: una volta reso il risultato più fluido, una volta definito un proprio stile, non vi saranno più ostacoli. Per ora godiamoci questo validissimo lavoro pieno di genio e follia.

Da non perdere la traccia multimediale dove in dodici minuti i Dynamic Light dimostreranno quanto spesso sia pericoloso registrare un disco

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