Recensione: Return of the Ancient Knight

Di Eugenio Giordano - 24 Gennaio 2004 - 0:00
Return of the Ancient Knight
Band: Battle Heart
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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70

I più informati tra voi protrebbero obiettare che questo lavoro non appartenga di diritto alle nuove produzioni essendo stato originariamente pubblicato nel 1999, in effetti le cose andarono così e all’epoca gli olandesi Battle Heart furono costretti ad autoprodurre questo mini cd senza potersi appoggiare a nessuna label europea, quindi “Return of the ancient knight”, come immaginabile, passò totalmente inosservato al pubblico e ben presto si perse nei meandri del mercato senza lasciare traccia. Grazie all’interessamento della combattiva Secret Port Records greca questo lavoro, evidentemente di massimo rilievo artistico, è stato riportato alla luce nella seconda metà dell’anno scorso rimettendo gli olandesi in questione alla portata del pubblico europeo. Nel frattempo la band si sciolse senza mai entrare a far parte del rooster di nessuna etichetta discografica, di fatto questo ep è l’unica produzione dei Battle Heart, l’unica traccia dell’azione di questa band nella storia del metal europeo. A scapito di scarsissimi mezzi di registrazione la band è riuscita a confezionare un sound potente, anche se naturalmente non perfetto, in modo da porre in massima evidenza la potenza forntale della loro proposta riuscendo a colpire duro e potente fin dai primi passaggi. Nel particolare i Battle Heart si inseriscono di diritto nel filone del power metal dalle tinte epiche care ai dominatori della scena tedesca come i Paragon, i Custard, i primi Wizard, i Morbid Jester e così via, senza scadere in tentazioni sinfoniche o particolari aperture melodiche che hanno fatto la fortuna dei vari Rhapsody e seguaci. La verità è che le quattro canzoni contenute su questo platter spaccano di brutto senza andare troppo per il sottile, quattro pallottole di metal veloce e frontale senza troppi fronzoli che a mio avviso giustificano l’interesse verso questo ep assolutamente marginale rispetto al mercato imperante.

I nostri non si fanno troppo aspettare e già con la prima “Dream healer” sfornano una prova maiuscola di metal diretto e arcigno, dalle strutture power grezze e basato su chitarre inarrestabili, certo lontani da una qualsiasi sorta di innovazione ma molto convincenti. In questo senso anche il cantato mi pare perfettamente incentrato sull’energia e la potenza che contraddistingue il genere in questione, naturalmente non ci troviamo di fronte a qualcosa di epocale ma molto interessante senza dubbio. Si procede su canoni simili anche nella successiva “Hail the sword” una nuova composizione totalmente dedicata al metal epico e crescente, le strofe corrono veloci nella chiara tradizione power ma il ritornello possiede un mood sinceramente ortodosso che non può deludere chi ama le sonorità integerrime del metal classico. Mi sono venuti in mente i tedeschi Stormwarrior ascoltando questo brano ma si potrebbe discutere molto su molte altre band tedesche che hanno un sound basato sulla stessa matrice generale, in ogni caso davvero un bel lavoro. La terza “Wardance” continua l’opera intrapresa dalle precedenti senza perdere un colpo e risultando ancora più cattiva e frontale, qui gli olandesi in questione non vanno a menare il can per l’aria puntando su strutture semplici ma di enorme impatto su chi ascolta, bravi.

In conclusione i Battle Heart ci mostrano la title track “Return of the ancient knight” dove il talento del gruppo emerge in modo evidente in ogni sigolo passaggio della canzone, ancora grandi strofe veloci unite a chitarre taglienti e corpose sorreggono una interpretazione vocale convincente riuscendo a suscitare subito un responso convinto in chi ascolta. Dunque non ci troviamo di fronte a un lavoro da considerare storico, ma alla luce di quanto di buono avevano espresso in questo ep i Battle Heart avrebbero meritato almeno di poter esprimere su lunga distanza il loro talento e la loro passione. Peccato che per questa band non ci sia stata la possibilità di rappresentare qualcosa di concreto anche se, come testimonia questa recensione, non tutti si sono dimenticati di loro. Pensando che oggi centinaia di band non meritano assolutamente un contratto discografico mi sembra davvero un peccato che i Battle Heart (e tanti altri) siano stati relegati ai margini del mercato senza poter nemmeno esordire sulla lunga distanza.     

Tracklist:
1 Dream healer
2 Hail the sword
3 Wardance
4 Return of tha ancient knight

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