Recensione: RnR Raiser

Di Stefano Ricetti - 15 Luglio 2010 - 0:00
RnR Raiser
Band: Shabby Trick
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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69

Il male da Rock’N’Roll è una brutta bestia da curare. Andrea Castelli e Max Bronx ne sono afflitti da tanto tempo e fanno di tutto per evitare che questo virus, inoculato quando ancora erano lungi dal farsi la prima barba, pensi anche solo di sfuggire dai Loro corpi. Con svariate esperienze alle spalle e nel giro da trent’anni (Airspeed, Cappanera, Rio Bravo, Mantra e Bronx Raid) i due musicisti toscani tornano sul mercato con la creatura che forse più di tutte li rappresenta al meglio: Shabby Trick. Già, proprio il gruppo che nel 1989 se ne usciva con l’interessante Bad Ass, un Lp che, seppur tradendo qualche inevitabile ingenuità tipica nei debutti ufficiali, portava in dote brani killer come Tonight Rock e Crazy Girl, oltre al lento Anything to Hold You. Il successore, Piercinality, del 2000, si rivela un mezzo passo falso, delegando il solo Bad Ass a rappresentare degnamente i Nostri nella storia della musica dura italiana.    

Si può quindi tranquillamente affermare che il VERO come-back attitudinale degli Shabby Trick avvenga ventun anni dopo il Loro esordio su vinile – e musicassetta – con questo RnR Raiser, che vede luce per Horus Music ed è distribuito da Audioglobe. Booklet di sedici pagine con i testi e  belle foto in bianco e nero dei componenti. La formazione si completa con il cantante bolognese Mick Back dei Sex for Cash e il batterista Brian ‘Heavy’ Ancillotti dei Jolly Rox.
       
Stop, che gode della presenza del cantante Daniele Ancillotti della Strana Officina – nonché babbo di Brian –  in qualità di special guest, costituisce l’incipit di RnR Raiser, fra i riffoni “aperti” di Max Bronx e un impianto-canzone che vive appieno il presente senza guardarsi troppo all’indietro, preferendo la pesantezza alle svisate “happy”. La title track è ancora un tempo cadenzato che dà il meglio di sé nel chorus scritto per essere urlato in concerto, fra le potenti note emanate dal basso di Andrea Castelli. Adrenalina a là Guns N’Roses tramite il pezzo Sleazy Lover, poi di nuovo quintali di groove nella successiva Boogie Bluesie Lucy. Schitarrate HM aprono Cradle Of Rock, episodio ruffiano quanto basta che pare scritto sull’asfalto del Sunset Boulevard piuttosto che in riva all’Arno, Nasty Jane punta diretta al cuore più che allo stomaco, secondo tradizione made in Usa.

Da un titolone come Heavy N Lethal ci si aspetterebbero sconquassi, mentre invece gli Shabby Track perpetuano il gusto per i mid tempo dall’incedere grave, senza premere mai sull’acceleratore. La prima mazzata in mezzo ai denti, finalmente, arriva con la successiva Getaway e dà modo alla sezione ritmica di “tirare” quanto sa, mettendo in risalto il gustoso feeling emanato dall’accoppiata Brian Ancillotti/Andrea Castelli, consegnando ai posteri il brano migliore di questo RnR Raiser: coinvolgente, acido quanto basta nell’interpretazione vocale e da hadbanging assicurato.

All’appello non manca la ballad di turno, in questo caso si intitola The Last Chance. Non si tratta, però, della classica, spudorata composizione da accendini al cielo, bensì di un episodio dove la classe delle due vecchie triglie Bronx/Castelli si tramuta in note musicali, con un promettente Mick Back in versione Axel Rose e Jonathan Caradonna, in qualità di special guest, alle keyboards. Bills To Pay stenta per poi ritrovare la propria vera identità dopo circa un minuto di assestamento, con un bridge che segna uno fra i passaggi migliori del disco. Cala il sipario con Fknrocka, in bilico fra melodia sparsa e incursioni più decise, cori di sottofondo d’altri tempi e un singer ancora armato di Pistole&Rose fino ai denti.                           

RnR Raiser fornisce, all’interno degli undici pezzi racchiusi nello jewel-case, le influenze classiche dello Street Rock’N’Roll attualizzandone la lezione in chiave nuovo millennio, con buoni risultati, grazie anche a una produzione ben bilanciata fra “nuovo” e vintage. Probabilmente, se gli Shabby Trick avessero puntato sull’immediatezza e liberato quella sana dose di violenza gratuita figlia degli istinti bestiali più reconditi che da sempre giacciono negli antri bui di ogni musicista, il risultato sarebbe stato migliore, ma tant’è. In ogni caso, un sincero Welcome Back!

Stefano “Steven Rich” Ricetti

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Tracklist:
1. Stop
2. RNR Raiser
3. Sleazy Lover
4. Boooooogie Bluesie Lucy
5. Cradle Of Rock
6. Nasty Jane
7. Heavy N Lethal
8. Getaway  
9. The Last Chance
10. Bills To Pay
11. Fknrocka

Line-up:
Andrea Castelli – Bass
Max Bronx – Guitar
Mick Back – Vocals
Brian “Heavy” Ancillotti – Drums

 

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