Recensione: Rock Doesn’t Rust

Di Stefano Ricetti - 3 Agosto 2010 - 0:00
Rock Doesn’t Rust
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Genere:
Anno: 2010
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64

Una vita a suonare in giro e finalmente il debutto discografico in questo 2010. Sono i parmigiani Rather Unwise, attivi fin dal tempo che fu senza mai mollare, passando per gli inevitabili cambi di line-up ma sempre in prima linea quando c’è da suonare rock’n’roll con le chitarre fumiganti. La formazione si compone di Gilbe (voce), Mick (chitarra), Noiz (chitarra), Roger (batteria) e Scooter (basso) e il disco, di ben tredici pezzi, si intitola, profeticamente, Rock Doesn’t Rust.

On Rock è un manifesto alla musica che “will never die” sulla base della lezione fornita da sempre dai “canguri” Ac/Dc. Addirittura troppo carica la prova del singer Gilbe, in un contesto “easy” di tali coordinate, che fa del coro “On Rock” la propria forza. Cambio di marcia nella veloce Shake Before Using, canzone di marca spiccatamente Motorhead nell’impianto sia per quanto attiene l’uso della chitarra che per il martellare della batteria. Inserto centrale ancora targato Australia. Get Off riecheggia il vecchio Punk, quello iper-classico che sapeva anche sorridere, fra una spilla da balia nella guancia e una cresta biondo platino, stessa sorte in Spontaneous Combustion e Faster.

Il gruppo immarcescibile di Ian Fraser Kilmister inonda ancora le menti e gli strumenti dei Rather Unwise nella blueseggiante Moonray mentre in On The Road prevale l’aspetto più veloce delle influenze delle Teste di Motore. Il giro di chitarra portante di Look After Your Daughter riconduce quanto fecero i nostrani Fil Di Ferro, Move It è carica di groove all’americana, Fire Trails non è la cover del celebre brano dei Vanadium e In Vino Veritas suona energetica come il testo che la sorregge.

Welcome Into My Sun è un lento molto ben riuscito e per niente ruffiano dove la sofferenza nel cantato dà quel quid in più che riesce a fare la differenza, fino all’accelerazione centrale che trasforma il brano alla radice e poi via fino alla fine a cavallo del RNR, tanto per gradire, con qualche escursione melodica qua e là. Paradossalmente il singer Gilbe riesce a colpire più al cuore quando non “tira”, come nella ragionata e ficcante Heroes.

Rock Doesn’t Rust è un album scritto da gente che possiede le stimmate indelebili del rock’n’roll sulla pelle. Energia ce n’è, senza dubbio, figlia di quello scazzo consapevole che permette di passare sopra alle delusioni e di guardare sempre avanti, con la giusta gradazione alcolica. Probabilmente una maggior personalità musicale potrebbe far comodo ai Nostri, per il prosieguo del proprio cammino. Un fatto, però, è certo: finché ci saranno in giro band come quella costituita dai cinque parmensi il Rock non dovrà scrollarsi dal groppone alcun frammento di ruggine.

Stefano “Steven Rich” Ricetti

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Tracklist
1. On Rock
2. Shake Before Using
3. Get Off
4. Moonray
5. Welcome Into My Sun
6. Spontaneous Combustion
7. Look After Your Daughter
8. On The Road
9. Move It
10. Heroes
11. In Vino Veritas
12. Faster
13. Fire Trails

Line-up:
Gilbe – voce
Mick – chitarra
Noiz – chitarra
Roger – batteria
Scooter – basso

 

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