Recensione: Scheepers
Di acqua ne è passata molta sotto i ponti così come tanto sano Metallo è stato profuso da quel lontano 1983, anno nel quale tale Ralf Scheepers esordì in qualità di singer di belle speranze e molti capelli all’interno dell’album Eye to Eye dei Tyran’ Pace.
Oggi è un omone di 46 anni già compiuti universalmente riconosciuto come una delle migliori ugole d’acciaio dell’heavy metal, meritandosi appieno questa definizione dopo quasi tre decenni a sgolarsi con successo sulle assi dei palchi di tutto il mondo.
Prima Gamma Ray – tre album – poi Primal Fear dal 1997, progetto fondato e condiviso con un’altra icona del metallo prussiano, il biondo Mat Sinner.
La vita, si sa, è fatta anche di occasioni. Mancate, nella fattispecie, per l’uomo nato a Esslingen Am Neckar, che per un nonnulla non entra in pianta stabile a prendersi il microfono vacante di due leggende come Judas Priest ed Helloween. Visto, a posteriori, come sono poi andate le cose, molti sono ancora oggi i rimpianti di parecchi metalhead riguardo il primo gruppo, anche se va onestamente riconosciuto che pure Tim “Ripper” Owens possedeva un Suo perché nelle file del Sacerdote di Giuda proveniente da Birmingham.
Lustri di musica, interpretata e scritta, inevitabilmente portano ad accantonare buon idee solo perché non confacenti appieno a un progetto – leggasi Primal Fear – e il buon Ralf ha deciso che fosse ora, nell’anno domini 2011, di finalmente vuotare il cassetto con tutto quanto accumulato e riversarlo su di un dischetto ottico, avvalendosi di una pletora di amici musicisti a dar man forte a questo sogno tradotto in musica.
Scheepers, semplicemente come il Suo altisonante cognome, è il titolo dell’album che da febbraio è disponibile sotto l’egida della Frontiers Records. Disco che molto probabilmente non raccoglierà l’Oscar per la miglior copertina della storia.
Locked in the Dungeon è figlia della stessa casa-madre Primal Fear, quindi usuale impatto con minime variazioni sul tema. Da segnalare alla lead guitar Metal Mike degli Halford. Remission Of Sin vive di rimembranze Teutonic HM fatte di chitarre “ad affettatrice”, suoni puliti, killer-hook e cori maschi nel segno degli Accept, senza vergogna alcuna ma tributando loro un pezzo spudoratamente. Giusto così: semplice, immediata e dall’headbanging incorporato! Da vero signore e dimostrando buon gusto Scheepers duetta amabilmente proprio con colui che entrò nei Judas Priest a Suo tempo al posto di Rob Halford: nientepopodimeno che Tim “Ripper” Owens, per l’occasione lead vocal.
Cyberfreak osa in territori moderni senza per nulla esagerare ma tanto per provare l’ebbrezza di voci effettate e suoni minimamente diversi. Enfasi epica all’inizio di The Fall, poi Scheepers alle prese con passaggi armoniosi di discreta fattura. Traccia atipica, Doomsday, a cavallo fra trame eroiche, cupe e passaggi più ariosi, “tirata” inutilmente per oltre sei minuti, con inevitabile calo di concentrazione durante l’ascolto.
Uno dei vecchi amori di Ralf si materializza con le note di Saints Of Rock, pezzo originariamente dei Tyran’ Pace, una delle band dove il buon singer ha militato. Songwriting scolastico al servizio di cori altrettanto ordinari, a confezionare un anthem dei poveri, assolutamente da non intendersi nell’accezione negativa della definizione, ma che trova la propria dignità proprio nella naturalezza e nell’ingenuità.
Cambio nettissimo di marcia con la seconda cover del disco, ossia quella Before The Dawn dei Judas Priest che costituisce il brano che non ci si aspetterebbe da una sirena cono i contro****** come Scheepers. Emozione pura per un pezzo praticamente tutto voce e chitarra. La sorpresa positiva dall’album, per chi scrive. Solo di chitarra ad appannaggio di Victor Smolski (Rage).
L’HM veloce dell’inizio di Back On The Track si perde un po’ per strada, come il bandolo della matassa, nonostante il titolo abbastanza esplicativo, in questo senso. Dynasty è pesante, brutale e cadenzata proprio come erano usi fare i Judas Priest nel periodo Tim “Ripper” Owens. Il lentone di turno si chiama The Pain Of The Accused: buon brano e nulla più, con Kai Hansen dei Gamma Ray alla chitarra.
Poi è la volta del figliol prodigo, Play With Fire: finalmente dopo tanto girarci attorno, un bel pezzo di HM duro, puro e veloce costruito su di un impianto solido e quadrato dove, al solito, Ralf dà il meglio di sé , con buona pace delle divagazioni, seppur legittime. Compassion, all’insegna dell’acustico – o quasi – chiude baracca burattini all’interno dei suoi tre minuti e rotti, invero senza infamia ma anche senza lode alcuna, con il contatore “magia” inesorabilmente sullo zero, anche all’approssimarsi del finale folkeggiante.
Scheepers è disco dove Scheepers dimostra di essere davvero a proprio agio nei territori HM da lui profondamente conosciuti e di stampo ortodosso. Le digressioni sono sfumate e nessun pezzo appartenente a questa corrente, invero, fa gridare allo scandalo o, peggio ancora, al tradimento. La mancanza di una vera band a fianco si sente, eccome, e il risultato finale risulta irrimediabilmente mediato dalla freschezza degli episodi tradizionali nei confronti delle tenui sperimentazioni, che difficilmente convincono appieno. Non da buttare alle ortiche ma semplicemente interlocutorio, come buona parte dei dischi solisti di artisti radicati fortemente in un genere ben identificato e con le Sue regole.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
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Tracklist:
1. Locked In The Dungeon
2. Remission Of Sin
3. Cyberfreak
4. The Fall
5. Doomsday
6. Saints Of The Rock
7. Before The Dawn (Judas Priest cover)
8. Back On The Track
9. Dynasty
10. The Pain Of The Accused
11. Play With The Fire
12. Compassion
Line-up:
Ralf Scheepers: Lead & Backing Vocals; Acoustic Guitar; Keyboards; FX Sounds
Tim “Ripper” Owens: Lead Vocals on “Remission of Sin”
Magnus Karlsson: Lead Guitars; Guitars; Banjo; Accordion; Keyboards
Sander Gommans: Lead Guitar, Guitars
Mike Chlasciak, Alex Beyrodt; Kai Hansen; Victor Smolski: Lead Guitars
Mat Sinner: Bass, Keyboards
Snowy Shaw: Drums
Additional guest appearances include Primal Fear band mates Magnus, Alex & Achim