Recensione: Schwarzmetall

Di Alessandro Calvi - 13 Febbraio 2009 - 0:00
Schwarzmetall
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Anno: 2001
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75

Dopo due album al limite del capolavoro nel 1999 e nel 2000, per i Nocte Obducta sarebbe stato difficile ripetersi ulteriormente a distanza di un solo anno. Forse anche per questo motivo la band tedesca decide di cambiare registro quasi completamente e realizza questo “Schwarzmetall”, da alcuni considerato un ottimo disco, da altri come il punto più basso della loro discografia.

Il terzo cd dei tedeschi punta su un black metal dalle tinte più raw, seminali e legate alle origini del genere. Lo dimostra fin da subito l’opener “Fick die Muse” che parte con una doppiacassa martellante che ci farà compagnia non solo per tutto il brano, ma praticamente per tutta la scaletta. Ad affiancare la sezione ritmica le chitarre macinano riff gelidi e taglienti come mai finora nella storia del gruppo. Torsten, ovviamente, ci mette del suo con uno scream al vetriolo.
Sopra a tutto ci rendiamo conto che la produzione è molto più sporca, grezza, rispetto ai due precedenti album. Gli strumenti suonano a tratti confusi, e questo non fa che aumentare l’atmosfera, sicuramente voluta, di freddezza e straniamento. Un effetto simile si riscontrava già sui capisaldi del black norvegese come i primi album di DarkThrone e Mayhem. Là era il risultato di registrazioni abborracciate e della mancanza di una adeguata produzione alle spalle. Qui il sospetto è che invece sia un sound accuratamente ricercato e realizzato allo scopo di far suonare questo disco più malvagio di quanto già non fosse.
Con “Die Schwindenende Glut“ la musica non cambia. Gelido black metal all’ennesima potenza. Questa volta i tempi rallentano un attimo ed emergono prepotentemente le qualità e le grandi caratteristiche di compositori di razza dei Nocte Obducta.
La titletrack ci riporta direttamente al precedente album e a quella song intitolata proprio “Hexer” che apriva “Taverne”. Questa “Schwarzmetall” dovrebbe esserne la diretta prosecuzione. Il tempo della canzone è lo stesso della precedente, i riff macinati tanti, ma due minuti o poco più son un po’ pochi che esprimere un giudizio su questo brano e il confronto tra le due tracce potrebbe essere fin troppo penalizzante.
Ben altro, invece, il commento alla successiva “Die Hunde des Krieges” che risulta forse la migliore fino a questo punto della tracklist. Con i suoi nove minuti e mezzo riesce a inanellare una serie di passaggi meritevoli di essere ricordati a lungo. Melodia e aggressività, continui cambi di tempo, atmosfera, le armi migliori dei Nocte Obducta, si pongono prepotentemente all’attenzione dell’ascoltatore.
Il discorso continua, immutato nella qualità, ma diversissimo sotto il profilo della musica usata per esprimerlo, con la successiva “Unglücklich, wer die Wahrheit Erkannt”. Un altro pezzo assolutamente sugli scudi.
Cala il minutaggio e, duole dirlo, anche la qualità con “Die Wälder”. I cinque minuti della penultima traccia risultano in definitiva quasi un riempitivo, decisamente il pezzo peggiore del cd, anche se diverse spanne sopra a certo black metal derivativo e derivato.
“Gemälde Derer, die Schieden“, è la canzone più lunga di tutto il disco. Oltre 13 minuti per chiudere più che degnamente questo disco. Si lascia momentaneamente da parte il raw black metal del resto dell’album e Torsten e soci ritirano fuori le tastiere per tornare ad essere quelli dei precedenti due cd. Ovviamente è uno spettacolo.

Per concludere, questo “Schwarzmetall” viene considerato una sorta di mezzo passo falso in una discografia altrimenti pressochè perfetta. In realtà, se ascoltato e valutato attentamente, non può che sorprendere per le capacità dei Nocte Obducta di comporre e suonare un album così diverso dalle loro corde abituali. In definitiva questo è solo ed esclusivamente schwarzmetall allo stato puro, cioè black metal in tedesco, la versione di Torsten e soci di questo genere musicale, non c’è altro da aggiungere.

Tracklist:
01 Fick die Muse
02 Die Schwindenende Glut
03 Schwarzmetall (Hexer – Teil 2)
04 Die Hunde des Krieges
05 Unglücklich, wer die Wahrheit Erkannt
06 Die Wälder
07 Gemälde Derer, die Schieden

Alex “Engash-Krul“ Calvi

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