Recensione: See You On The Ground
Primo tentativo per i tedeschi Deadend In Venice, “See You On The Ground” è un album che viene presentato, dalla Casket Records, con serietà e professionalità. Forse troppa. Come se la band di Leipzig fosse un prodotto precotto a uso e consumo dell’affamato mercato discografico internazionale.
E, così – infatti – è.
Tutto è stato fatto per bene: la registrazione, il missaggio e la masterizzazione a cura di Andy Schmidt (Disillusion) presso i Kick The Flame Studios; l’artwork, dall’ormai tedioso ma rassicurante (per chi deve vendere) impatto catastrofico/futurista; il look dei musicisti, lindo e pulito, senza nemmeno un capello fuori posto. Inoltre, per spingere il manufatto – forse – la presenza, nella formazione, della classica bellona di turno (Annabell Klein) per cantare, in clean, assieme all’immancabile growling maschile di Christian Litzba. Sì, perché quello suonato dai Deadend In Venice è melodic death metal, tristemente banale e abusato nelle sue possibilità stilistiche. Di quello che, ahimè, ha già saziato in abbondanza il predetto, famelico Mondo del commercio musicale.
Una durata di poco oltre la mezz’ora basta e avanza per trovare con estrema facilità tutti i cliché del genere, nel CD. Innanzi tutto il suono, esente da difetti di sorta nel bilanciamento sia fra gli strumenti, sia fra i concetti a volte contrapposti di potenza e cristallinità. Così perfetto da esser fiacco come pochi. Poi il sound, talmente scontato e logoro da essere disarmante, per mancanza sorprese e/o di originalità. Ancora, le canzoni, dal songwriting assai elementare sì da far pensare a un’endemica svogliatezza mestamente infestante chi le abbia composte. Se poi si vuole affondare il colpo, basta porre in evidenza la voce della Klein, fastidiosa anzi insopportabile dopo pochi minuti di ascolto.
Forzandosi a passare varie volte il dischetto sotto il laser non rimane nulla, in testa. Si salva solo, e questo è tutto dire, il solo di chitarra di “War”. Non per altro, ma solo per il fatto che lo stesso presenta un barlume di voglia di emergere, artisticamente, da un grigiore generale imbarazzante. Un po’ poco. La coppia d’ascia, composta da Kevin Klein (lead) e Tim Schmidtke (rhythm), sciorina un repertorio pieno zeppo di riff triti e ritriti, accompagnati da una sezione ritmica anonima o, peggio, invisibile. Quasi inutile aggiungere che Litzba non ci metta alcunché di suo, in un’interpretazione vocale senza anima né corpo come mille altre già dimenticate.
A questo punto la soluzione migliore è quella di chiudere la recensione. Bene o male “See You On The Ground” è frutto, comunque, di ore di lavoro; per cui il rispetto per tale seppur sterile fatica non deve mancare.
Tuttavia, se possibile, è meglio stare a debita distanza dai Deadend In Venice. Dalla loro terribile mancanza sia di colore, sia di calore.
Daniele “dani66” D’Adamo
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Track-list:
1. Hate Sweet Hate 3:46
2. Personal Decay 4:06
3. Brain Execution 3:36
4. War 3:02
5. Long Way Home 3:25
6. Last Chances 3:15
7. The Monkey In My Closet 3:54
8. Dirty Little Princess 3:54
9. Tomorrow Never Comes 3:19
All tracks 32 min. ca.
Line-up:
Annabell Klein – Vocals
Christian Litzba – Growls
Tim Schmidtke – Guitars
Kevin Klein – Lead Guitars
Andreas Ackermann – Bass
Frank Koppe – Drums
Guests:
Silas Hofmüller – Bass
Andreas Gemeinhardt – Guitar