Recensione: Seed Of Hate

Di Vittorio Sabelli - 12 Febbraio 2014 - 22:47
Seed Of Hate
Etichetta:
Genere: Thrash 
Anno: 2013
Nazione:
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69

Side Project della leader dei deathsters russi Grace Disgraced, band capace di ritagliarsi un buon posto negli ambiti underground, soprattutto grazie al carisma e alla personalità della singer Polina, che rende il sound brutale e allo stesso tempo carico di energia e passione. Questa presenza affascinante e brutale allo stesso tempo non si materializza in questo nuovo progetto dei moscoviti Flash Of Aggression, band nata da un paio d’anni e subito catapultatasi in un full-length.  

Probabilmente perché la sua ugola non si adatta al nuovo stile, risultando forzata per tutto il disco. Non mancano tuttavia momenti apprezzabili come “Final Conflict” e l’arpeggio iniziale della successiva “Gun Down Your Enemies” che sfocia in un buon riff suonato senza imperfezioni e con buon gusto. Ma quello che risulta per buona parte del disco è uno stile abbastanza scontato e non aiutato dalla produzione, che rende il sound abbastanza debole e scolastico, nonostante alcune buone trovate ci sono eccome.

“Mechanism Of Destruction” oltre a un buon solo di chitarra virtuosistico e al suo riff prettamente thrasheggiante non offre nulla di memorabile, così come “Entertainment Waste”, brano abbastanza prevedibe e scontato per tutta la sua durata. Il riff groovoso di “Paper God” e la sezione centrale sono buone mosse per mettersi in gioco nel settore, ma la produzione, seppur precisa risulta poco coinvolgente.

“The Kingdom Of Salvation” vede ancora Polina alle prese con urla disumane da bestia rara su ritmi non proprio emozionanti, mentre la successiva “Disaster” è un brano di ottima fattura che si snoda tra sezioni killer e soprattutto vede le chitarre di Ignatiev e Smirnov proporre delle (in)sane soluzioni, oltre a un buonissimo solo. “Cancer On the Face Of Our Planet” alterna sezioni tirate ad altre melodiche sulle quali Polina però non riesce ad essere convincente, restando fin troppo fedele al suo growl, e non variando per niente il carattere delle sue corde vocali. Elementi death metal sono inseriti al suo interno e la cosa rimette a proprio agio la vocalist, avvezza in maniera evidente al genere.

“Insane” è un altro brano assassino con ottime ritmiche e soprattutto si intravede una diversa soluzione in fase vocale, con qualche inserimento di backing vocals a dar man forte alla leader. La sezione centrale in stile free è solo il preludio che scatena nuovamente il panico, che esplode tra le braccia di Serebrennikov, che rulla e macina sui tamburi per mettere in riga anche le ‘corde’. La conclusiva “Distaste Of Life” oltre all’intro in stile Kreator e ai cambi armonici resta in sintonia con la direzione intrapresa per tutto il disco.

Nel complesso un buon disco, ben suonato, che senz’altro aumenta il ritmo nella seconda parte, fermo restando che la band avrà modo di crescere in futuro e cercare produzioni che esaltino il valore dei musicisti e della loro musica. Cosa che non succede in Seed Of Hate”.

Vittorio “versus” Sabelli
 

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