Recensione: Send me an angel

Di - 31 Gennaio 2002 - 0:00
Send Me an Angel
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Anno: 2002
Nazione:
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70

Sono passati ben due anni da quando uscì il primo e apprezzatissimo album di questa Super-Band Italiana. Partito come side-project con membri di Labyrinth, Rhapsody e Wonderland, il progetto ha preso sempre più forma sino a diventare una band a se stante. Riprova di questo fu sicuramente il tour che portò i nostrani Vision Divine in giro per tutto il mondo.

Per un gruppo già affermato, come i Vision Divine, e con presenze così importanti, sarebbe bastato bissare il successo con un album simile al precedente senza faticare per ottenere qualcosa di nuovo e differente. Ma il gruppo, guidato dalla coppia Lione/Thorsen, ha dato vita a composizioni in cui si denota una maturità a livello compositivo mai raggiunta prima e la voglia di uscire dai soliti schemi, ha portato anche ad un cambio dal punto di vista stilistico. Alcuni dopo queste affermazioni potrebbero temere il peggio, ma fidatevi è un’idea che svanisce dopo pochi ascolti.

Infatti la band si è spostata su territori più classic ed heavy, mettendo da parte i suoni sfarzosi che la avevano contraddistinata in passato. In queste nuove sonorità, è infatti la chitarra di Thorsen a farla da padrona e a trascinare tutto il resto del gruppo in tempi ben cadenzati e ritmati. Anche la prova vocale di Fabio Lione è ineccepibile, come del resto quella di tutto il gruppo, infatti il cantante da prova di grande maturità all’interno di tutte le 11 tracce che compongono l’album. Tutti gli arrangiamenti sono stati curati nei minimi dettagli senza trascurare nulla. L’album, pur non essendo un concept, incentra le proprie lyrics sul tema della lotta fra il bene ed il male.

Il disco parte con una intro, “Incipit” che guida l’ascoltatore in suoni avvolgenti e ricchissimi di atmosfera.Suoni che all’improvviso sfociano nella title-track “Send me an angel”, brano che inizia con un cantato aggressivo e rabbioso da parte di Lione, che con l’arrivare del ritornello torna chiaro e deciso come sempre. Il ritornello di questa song è di quelli che ti esaltano sin dal primo ascolto, caratterizzato da un contro-tempo batteristico eccezionale. A seguire c’è un altro ottimo brano “Pain”, che tra quelli di tutto l’album è il più mirato verso sonorità più classicamente power. Altra canzone sicuramente degna di nota e “Black & White” che alterna parti melodiche a heavy. Fondamentale è anche il brano “The Call” che riesce a stupire l’ascoltatore con parti decisamente progressive che vengono però interrotte quasi inaspettetamente da sfuriate heavy……..brano a dir poco sensazionale. La canzone più cattiva dell’ottimo lotto è senza dubbio “Flame of Hate”. A scandire il tempo è la chitarra di Thorsen che lavora incessantemente con i suoi riff oscuri. A chiudere una cover completamente stravolta, “Take on me”, originariamente degli A-Ha.

Allora per chiudere poche parole, che rivolgo soprattutto a quelli che hanno votato nel nostro recente sondaggio sul metal made in Italy contro i gruppi nostrani: ascoltando questo album sono sicuro che vi ricrederete su quanto detto o pensato in passato. Grazie alle sue variegate sonorità potrà essere apprezzato dagli amanti del power come da quelli dell’heavy o del classic. Un album a dir poco magnifico, prova che i nostri ragazzi hanno ancora molto da dire…….

Revisione: Drastico il cambio di voto per la seconda fatica della super formazione italica. Send me an angel è un lavoro che dopo un pò stanca fortemente, diventando tutte le canzoni molto prevedibili e non assicurando quindi una grande longevità di ascolto. Resta comunque un lavoro sopra la media, pur non brillando eccessivamente dopo ripetuti ascolti.

Track-list:
1. INCIPIT
2. SEND ME AN ANGEL
3. PAIN
4. AWAY FROM YOU
5. BLACK AND WHITE
6. THE CALL
7. TASTE OF A GOODBYE
8. APOCALYPSE COMING
9. NEMESIS
10. FLAME OF HATE
11. TAKE ON ME

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