Recensione: Sentimientos
Ritengo che, tra gli esponenti della scena metal iberica, siano davvero pochi quelli degni di essere presi in considerazione; fra tutti, gli ormai celeberrimi Mago de Oz che, possiamo affermarlo in tutta tranquillità, viaggiano molto al di sopra delle capacità medie riscontrate nel territorio spagnolo.
Riescono ad emergere dal sottosuolo i Tierra Santa (mezzo passo falso, però, con l’ultimo disco), sostenitori di un power metal melodico che sconfina spesso e volentieri nei territori della new wave of british metal, gli storici Avalanch, i Saratoga e i Warcry (formatisi grazie a due ex Avalanch), gruppo validissimo che ha appena dato alle stampe Directo a la Luz, live album celebrativo del quale avremo modo di parlare in sede opportuna.
Sottopongo alla vostra attenzione un nome nuovo, Stravaganzza, gruppo che taglia il traguardo del secondo disco, Sentimientos.
La prima indispensabile informazione, per chi non conoscesse gli act sopra elencati, riguarda il cantato che, fate attenzione, è in lingua madre e per molti rappresenta o ha rappresentato un ostacolo difficilmente sormontabile. Non è così semplice accettare la cadenza e la pronuncia di una lingua che, diciamocelo, non si sposa felicemente con l’heavy metal. Un po’ come accade per l’italiano del resto: provate ad immaginarvi i vari Michele Luppi, Roberto Tiranti e Morby in assetto tricolore e con i correlativi Stream of Consciousness, Return to Heaven Denied e Dragonlord incisi interamente in italiano…
Sentimientos raccoglie influenze dall’heavy metal classico e le associa ad atmosfere gotiche facendosi forte di una proposta assai diversa dal solito e anche per questo particolarmente gradita.
L’assetto tastiere/chitarre riassume le idee dell’architetto della band, tale Pepe Herrero, personaggio che ha avuto un ruolo importante sull’ultimo Gaia II dei Mago de Oz insieme a Leo Jimènez, cantante del gruppo. Strumentista duttile e consumato, Pepe ha dalla sua una spiccata attitudine rivolta alla composizione degli undici brani pubblicati; sagace e ingegnoso, è riuscito a inserire momenti violenti ed aggressivi (Arrepentimento, Frustaciòn) ed alternarli a quelli armoniosi e melodrammatici (Pasìon, Odio) nei quali le orchestrazioni svolgono il ruolo da protagonista assoluto. Un artista non sistematico che organizza un lavoro poco metodico ma decisamente accurato.
Il disco perde punti quando si comincia a parlare di produzione (il classico tallone di Achille, marchio di fabbrica in Spagna), quando ci si sofferma su cori poco opportuni e su linee vocali che mi sono sembrate largamente fuori contesto.
Non esiste, infine, una vera e propria Killer Track capace di rendere giustizia ad un lavoro che promette bene ma che suscita vero interesse solo ai primissimi ascolti.
Conseguenza? La solita: accantonamento precoce causa longevità non pervenuta.
Investite i vostri soldi sugli Stravaganzza solo se già conoscete il gruppo oppure fate un salto sul sito ufficiale della casa discografica e provate ad ascoltare qualche samples. Evitate di acquistare a scatola chiusa.
Io riascolterò saltuariamente Sentimientos consapevole della presenza di spunti vincenti; peccato per le note dolenti già espresse. Staremo a sentire il terzo disco: crocevia fondamentale.
Gaetano “Knightrider” Loffredo
Tracklist:
1.Miedo
2.Esperanza
3.Impotencia
4.Arrentimiento
5.Pasiòn
6.Odio
7.Frustaciòn
8.Desilusiòn
9.Soledad
10.Duda
11.Dolor