Recensione: Set Forever on Me

Di Daniele Ronco - 7 Aprile 2021 - 16:07
Set Forever on Me
72

Gli Hateful sono una band technical death metal italiana, per la precisione di Modena, in Emilia Romagna, formatisi nel 1997. I nostri connazionali hanno superato un periodo iniziale difficile, fatto di demo e basta per poi, dopo dieci anni, esordire con l’album “Coils of a Consumed Paradise”, dove danno dimostrazione delle loro grandi capacità. Confermate nell’album di cui parleremo oggi, “Set Forever on Me”.

Questo disco si apre con la traccia ‘On the Brink of the Ravine’. Un’ottimo incipit, che si presenta con una chitarra elettrica dal classico sound psichedelico degli anni settanta che, dopo svariati secondi di evoluzione, si trasforma in un sound graffiante. Sound segnato dalla batteria veloce e martellante di Marcello Malagoli, il quale si fa accompagnare dal basso virtuoso del cantante, e bassista, Daniele Lupidi. Quest’ultimo ci fa rimanere a bocca aperta col suo growl potente e tagliente. Tutto ciò viene reso ancor più d’impatto dalla chitarra di Massimo Vezzani; per un connubio quasi inumano per quanto sia abile, tecnico e allo stesso tempo spesso ed emozionante, come un viaggio nei meandri dello Spazio inesplorato.

Da qui in poi gli Hateful ci regalano emozioni forti, a volte confuse da repentini cambi di ritmiche, da parti estremamente veloci, che colpiscono fino nel profondo. Poi, all’ottava traccia, ‘Our Gold Shined in Lain’, ci restituiscono un piccolo momento di calma con una intro dal sound quieto, reso tale da un basso pulito e lineare, che riesce a convincere la pungente chitarra di Vezzani a unirsi all’atmosfera; creando una tranquillità apparente che, dopo poco, sfocia in una cattiveria inaudita, catapultandoci di nuovo in un Mondo di totale distruzione.

Altri brani degni noti sono ‘Oxigen Catastrofe’, che si apre con un giro di chitarra estremamente virtuoso sfociante in un sound che ricorda molto il classico death metal degli anni ottanta/novanta, con una cavalcata di batteria e un growl cavernoso; ‘Time Flows Indifferent’, che si presenta subito a muso duro, con velocità e cattiveria da Universi sconosciuti. Con quest’ultima creazione, gli Hateful ci danno dimostrazione di grande abilità strumentale, con ritmiche dotate e veloci, una buona scorrevolezza fra i brani e riff profondamente taglienti, tutto questo coeso a un growl spettacolarmente cattivo e puro.

Dopo tutti questi elogi e complimenti, assolutamente sinceri, devo però aggiungere una pecca, un difetto che si fa notare dopo poche tracce: l’LP, pur essendo piuttosto scorrevole, non è molto dinamico e, anzi, si presenta molto lineare, a tratti monotono.

Chiarito questo punto, mi sento di dire che, nonostante questo difetto, “Set Forever on Me” è un più che discreto lavoro di technical death metal, degno del genere cui appartiene.

Daniele Ronco

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