Recensione: Sex and Religion

Di Filippo Benedetto - 9 Febbraio 2005 - 0:00
Sex and Religion
Band: Steve Vai
Etichetta:
Genere:
Anno: 1993
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
84

Dopo il grande successo riscosso con la pubblicazione di “Passion and Warfare” deve essere stata dura per Steve Vai trovare la giusta ispirazione per comporre un’altra opera che riuscisse a scacciare dalla mente scomodi paragoni con il passato. “Passion and Warfare”, in fondo, rappresenta non solo il picco creativo del famoso chitarrista ma anche un importante punto di riferimento per gli amanti del virtuosismo chitarristico; insomma, uno di quei lavori che difficilmente possono essere ripetuti “sic et simpliciter”, sia sotto il profilo compositivo che tecnico-strumentale che, ancora, con la stessa “chimica”. Così per Mr Vai si profilavano, nel 1992, due fondamentali opzioni: comporre songs seguendo il comodo e collaudato stile del precedente e famoso album, oppure rischiare e cercare nuove fonti d’ispirazione… magari invitando a far parte del proprio progetto personalità nuove in grado di stimolargli nuove “intuizioni”. La “verità” talvolta sta nel “mezzo” e il nostro si ritrovò in studio di registrazione per lavorare su “Sex and Religion”, album dove si nota una più evidente cura per la forma canzone, condita con spunti “virtuosistici” di tutto rispetto grazie anche all’apporto di validi musicisti quali l’allora giovanissimo (solo 19 anni), Terry Bozzio e T.M. Stevens (rispettivamente alla batteria e al basso).

 

Introdotto da una breve parentesi strumentale, l’album prende il via con l’accantivante “Here and Now”, song dove possiamo notare un buon lavoro alle vocals di Townsend e soprattutto di Vai che costruisce non solo una fitta rete di riffs ma un illuminante saggio delle sue doti di virtuoso alla sei corde nella parte solistica. Già in questo primo brano si può notare un forte gusto per melodie di più accessibile impatto.
Anche nella seguente “In my dreams with you” è la melodia ad avere grande risalto, primeggiando grazie ad un lavoro sugli arrangiamenti molto accurate. Orchestrazioni sontuose, a base tastieristica, arricchiscono di “colore” una immaginaria “tavolozza di note” sulle quali mette felice disordine la mano del nostro con un intervento solistico di grande effetto. 
Con “Still my bleeding heart” il nostro affonda a piene mani nella melodia di più facile impatto regalando all’ascoltatore, però, una track dove tutto, dall’esecuzione strumentale all’arrangiamento, “scorre” come un orologio perfettamente tarato. La semplicità ed efficacia del riffing, fortemente “rassicurante” e ricco di melodia, difficilmente non entra in testa.
Momento sicuramente interessante dove Vai mostra tutta la sua classe chitarristica è rappresentato dalla settima “Touching Tongues”, song in gran parte strumentale dove il nostro dispiega un riffing dolce e sognante nella migliore tradizione del suo vasto repertorio. Volando sulla tastiera il guitar hero sembra accompagnarci, ora cullandoci ora scuotendoci nel profondo di noi stessi, lungo un viaggio attraverso un labirinto di note pieno di piacevoli sorprese. Indubbia forza espressiva, poi, aggiunge l’intervento coristico di Townsend che con il calore della sua voce aumenta il pathos complessivo del brano. 
“State of Grace apre una finestra tutta particolare su sonorità orientaleggianti, grazie all’utilizzo di un sitar che costituisce elemento fondamentale di una song tutta strumentale. Tutt’altra atmosfera permea la seguente “Survive”, dove si distingue nuovamente la forza espressiva di Townsend e il riffing catchy di Vai a far da vivace accompagnamento e soprattutto un accattivante lavoro per quanto riguarda la sezione ritmica.
Con “Pig” Steve rispolverà platealmente il proprio amore per sonorità quasi zappiane, mettendo in piedi un affresco sonoro folle, schizzato dove le classiche regole della forma canzone vengono qui straziate in maniera subliminale. Dopo la parentesi cupa e stralunata di “The Road to Mr. Calvary”, la band sforna un’altra song, “Down deep into the pain” dove si odono gli echi delle passate esperienze del famoso chitarrista (qualche suggestione da “Passion and Warfare”), merito di un riffing sempre in bilico tra la classica potenza rock e la folle ricerca di nuovi territori melodici da esplorare.  In chiusura, inaspettata, arriva la lunga “Rescue me or bury me” (della durata ben otto minuti e mezzo) dove prima un tappeto acustico, poi uno pianistico e infine uno per chitarra elettrica solista guidano l’ascoltatore lungo un viaggio lisergico dal fascino irresistibile. E sarà proprio il lungo assolo a porre il sigillo definitivo ad una song davvero interessante. 

“Sex and Religion”, concludendo,  non si rivelò un clamoroso successo commerciale, ma a distanza di anni bisogna riconoscergli il pregio di consegnare ai posteri un’opera musicale completa dove armonia e tecnica trovano il loro giusto spazio nel ricco e folle immaginario musicale di Steve Vai.

Tracklist:

1. Earth Dweller’s Return, An
2. Here & Now
3. In My Dreams With You
4. Still My Bleeding Heart
5. Sex & Religion
6. Dirty Black Hole
7. Touching Tongues
8. State Of Grace
9. Survive
10. Pig
11. Road To Mt. Calvary, The
12. Down Deep Into The Pain
13. Rescue Me Or Bury Me

Line Up:

Steve Vai (acoustic & electric guitars, keyboards, synthesizers)
Devin Townsend (vocals)
T.M. Stevens (electric bass, background vocals)
Terry Bozzio (drums, percussion)

*Johnny “Cash” Sombrotto;
Ahmet Zappa;
Martin Schwartz;
Jerome;
Liz Sroka;
Tracy Turner;
Kane Roberts (background vocals).

Ultimi album di Steve Vai

Band: Steve Vai
Genere: Shred 
Anno: 2022
80
Band: Steve Vai
Genere:
Anno: 1995
88
Band: Steve Vai
Genere:
Anno: 1999
80
Band: Steve Vai
Genere:
Anno: 1993
84
Band: Steve Vai
Genere:
Anno: 1984
83