Recensione: Shining Black Ft. Boals & Thorsen

Di Fabio Vellata - 10 Luglio 2020 - 0:01
Shining Black Ft. Boals & Thorsen
Etichetta: Frontiers Music
Genere: Heavy 
Anno: 2020
Nazione:
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82

Una voce eccellente unita ad un chitarrista di assoluto talento.
Accostamento visto e sentito già innumerevoli volte in ambienti heavy e rock, non sempre foriero poi degli esiti sperati.
Un po’ come nel mondo pallonaro: non sempre una squadra di fuoriclasse arriva dritta alla vittoria del campionato. Succede molto più spesso di quanto si creda.
Ci sono però le volte in cui, per fortuna, gli esiti confortano le aspettative ed i nomi su cui si era fatto sin dapprincipio affidamento, riescono davvero ad andare a “punto”.

Con gli Shining Black siamo testimoni dell’incontro di Mark Boals – singer di rango superiore con un nobile curriculum – ed Olaf Thorsen, vulcanico maestro della sei corde viareggino, che ha legato il proprio nome ad alcune delle più fulgide realtà melodic metal e power tricolori.
Per chi segue il genere, del tutto inutile, in effetti, ricordarne i trascorsi spesi assieme a Labyrinth e Vision Divine. Praticamente si tratta di un pezzo di storia della “nostra” musica heavy. Nulla più, nulla meno.
Una collaborazione che, stando alle cronache, era un progetto favoleggiato da tempo ma sempre lasciato in disparte per i reciproci, pressanti, impegni. Sino a quando, la solita impagabile ed onnipresente Frontiers Music non ci ha messo lo zampino, offrendo ai due il miglior assist possibile per portare a compimento l’idea di fare un disco assieme. Idea imbastita e poi abbandonata già nel 2014, epoca in cui Boals era stato molto vicino ad assumere il ruolo di frontman dei Labyrinth.

Il risultato è un disco veramente bello. Diciamolo senza giri di parole, una volta tanto: bello!
Dove per bello s’intende raffinato, elegante, infarcito di buon gusto. Suonato, manco a dirlo, in modo impeccabile e cantato altrettanto. Soprattutto godibile. Quel modo d’essere godibile che è appartenuto spesso ai Labyrinth: un ibrido tra melodic rock, prog ed heavy con qualche sfumatura power qua e là.
Ricco, particolareggiato, con arrangiamenti di grande classe e tastiere che come una malta legante cementificano le melodie. C’è Oleg Smirnoff ad occuparsene.

“Shining Black” si ascolta tutto d’un fiato e poi si ascolta ancora: la ricchezza delle sfumature rende ogni passaggio appagante. Familiarizzare con le armonie che accompagnano i brani è un buon modo per godere appieno della profondità con cui sono state costruite: scortati a turno dalla voce di Boals e dalla chitarra di Thorsen, il viaggio che si compie è insieme gagliardo ed evocativo.
Melodic metal di primissima scelta, in cui il ritornello entra velocemente in circolo mentre il resto del brano è un florilegio di spunti stilosi ed affascinanti. Una cascata di note cariche di charme.

Cromato, lucido, scintillante. Corposo nelle idee messe in campo, abbondante nelle atmosfere di classe, supportato da suoni eccellenti e cesellato da parti strumentali deliziose.
Un esordio brillante e quasi perfetto per questa coppia di ottimi musicisti (va detto che pure il resto della line up è altrettanto di qualità), che cresce – tantissimo – con gli ascolti e ad ogni passaggio rivela qualcosa di nuovo.

Qualora il legame scaturito con Shining Black dovesse essere destinato a durare il breve ed intenso spazio di un unico disco, ne sarà valsa comunque la pena.
Visti gli esiti, sarebbe stato un vero peccato non provarci!

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