Recensione: Símbolo de Libertad

Di Stefano Ricetti - 27 Aprile 2022 - 10:51
Símbolo de Libertad
Etichetta: Heaven Musik
Genere: Heavy  Power 
Anno: 2022
Nazione:
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70

Impossibile non riandare, da buoni italiani, a Rhapsody Of Fire e Labyrinth durante l’ascolto di  Símbolo de Libertad degli spagnoli Mandrágora Negra, album dalla copertina accattivante disegnata da Víctor Sánchez.

Gli iberici prendono forma nel 2004 in quel di Irun nei Paesi Baschi e a oggi, compreso quest’ultimo lavoro, vantano quattro full length in bacheca più un Ep pubblicato nel 2019.

Símbolo de Libertad, uscito sotto l’egida della Heaven Musik, si accompagna a un notevole booklet di ben venti pagine con tutti i testi, un nutrito quantitativo di foto della band, sia in posa d’insieme che per singolo componente e alcune facciate conclusive con le numerose note tecniche del caso.

Undici sono i pezzi ricompresi nel dischetto ottico per cinquantacinque minuti scarsi di musica. La formazione, gravitante intorno al singer nonché unico membro fondatore rimasto Moisés “Moi” Montero, schiera Maxi Fructuoso al basso, la coppia formata da Antonio J. García Ibáñez e Leo Bidegay alle due asce e Garci alla batteria.

Così come per qualsiasi altra nostra band col cantato in lingua madre, anche per i Mandrágora Negra non appena si appoggia la puntina sul vinile (ops, il tasto ‘play’ del lettore) scatta automatica l’associazione mentale ad altri gruppi iberici dediti a sonorità hard dalle tinte melodiche. Nella fattispecie Tierra Santa, Avalanch, Ángeles del Infierno, Warcry, Saratoga, Zenobia. Un meccanismo naturale legato alla  caratterizzazione e al tiro che posseggono molti degli ensemble spagnoli, quantomeno quelli che fieramente propongono il loro idioma strafregandosene di cercare di piacere a tutti cantando in inglese. Pratica peraltro fuori tempo massimo, ormai, a tutte le latitudini.

La proposta di Moi & Co. si può incanalare all’interno del solco posto a metà fra l’heavy metal di stampo melodico e il power di matrice europea, con nutriti slanci verso l’hard rock più ammiccante.

I cinque metaller giallorossi sparano le loro migliori cartucce attraverso due ballad dalle tinte struggenti qualiMi Soledad e Desde Mi Balcòn, espressioni figlie della perfetta congiunzione fra la vena latina e la potenza dell’Acciaio declinata attraverso la lingua spagnola. Il fatto di avere un cavallo di razza quale Montero dietro al microfono fa il resto. I pezzi rimanenti, come scritto a inizio recensione, rientrano nei canoni dell’heavy power veloce e zuccheroso, con evidenti rimandi ai vari Edguy, Stratovarius ed Helloween, oltre ai vari gruppi precedentemente elencati.

Símbolo de Libertad, lavoro onesto, ottimamente prodotto e curato in tutte le sue parti, va a costituire il probabile manifesto dei Mandrágora Negra, un combo coeso del quale sentiremo ancora sicuramente parlare anche in futuro.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti    

 

 

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