Recensione: Something Wicked This Way Comes

Di Alessandro Zaccarini - 31 Luglio 2003 - 0:00
Something Wicked This Way Comes
Band: Iced Earth
Etichetta:
Genere:
Anno: 1998
Nazione:
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90

Uscito nel 1998, due anni più tardi di The Dark Saga, Something Wicked This Way Comes ha l’arduo compito e la responsabilità di non deludere dopo il grande successo del suo predecessore… compito che riesce ad assolvere pienamente e senza alcuna ombra di dubbio. Nonostante la maggior parte della critica continui a eleggere proprio The Dark Saga come capolavoro della band io mi sento di condividere la posizione dello stesso Schaffer e di schierarmi dalla parte di questo Something Wicked This Way Comes. Un Barlow al suo apice espressivo e uno Schaffer particolarmente ispirato al songwriting (tutte le canzoni sono scritte dalla mano del buon Jon) sono le ricette per un album dalle tetre atmosfere come nella migliore tradizione della band, ma capace di fondere perfettamente il vecchio stile con le nuove idee e mostrare tutte le capacità e la maturazione del gruppo (ridotto all’osso per questa occasione, oltre a Schaffer e Barlow in line-up soltanto il nuovo entrato bassista James MacDonough).

Il disco comincia subito su altissimi livelli con l’opener Burning Times, mid-temp piuttosto granitico sull’inquisizione spagnola e giunge a quella che a mio parere (ma non solo) è l’apice compositivo di sempre della band americana: Melancholy (Holy Martyr), capolavoro che narra la crocifissione vista dagli occhi di Cristo e che conquista al primo ascolto con il suo passare dalla malinconia all’aggressività in maniera perfetta grazie a una interpretazione da brividi di Barlow. Sono gli Iced Earth più irruenti e cattivi quelli della ben riuscita Disciples Of The Lie: attraverso riff grintosi e potenti la band americana racconta dell’abuso della violenza psicologica da parte dei sacerdoti cattolici e protestanti. Con Watching Over Me siamo di fronte a un altro capolavoro: melodie malinconiche e toccanti caratterizzano questo pezzo estremamente introspettivo scritto da Schaffer per un suo amico morto in un incidente stradale (questa canzone era stata promessa anni prima da Schaffer alla famiglia del ragazzo). La cattiveria lasciata da parte torna a riemergere nella breve ma devastante Stand Alone. Quasi in un gioco di alternanza le acque tornano a calmarsi con Consequences, una composizione particolarmente atipica per i canoni degli Iced Earth, a tratti quasi rock, ma capace di colpire positivamente sin da subito soprattutto per il suo ritornello semplice e cullante. La successiva e splendida My Own Savior è invece un pezzo veloce, cattivo in cui si sente tutta l’influenza thrash che invade spesso e volentieri Schaffer e soci. Headbanging assicurato. In Reaping Stone gli Iced Earth tornano ad alternare l’oscura calma a una graffiante parte distorta per poi accelerare e esplodere definitivamente.
1776 è una strumentale assolutamente ben fatta ma che non trova un posto di prestigio in un album impreziosito da numerose altre perle. Blessed Are You parte ancora una volta calma per poi detonare nella solita inconfondibile massiccia distorsione che qui è di casa. La conclusione dell’album è affidata nuovamente a una trilogia. Profezia, nascita e la capacità del protagonista di cambiare il corso degli eventi attraverso la manipolazione del tempo vengono raccontate in Something Wicked. Si parte con Prophecy, pezzo di oltre sei minuti che alterna le parti dall’arpeggio orientaleggiante di inizio e fine con una parte centrale distorta e spedita. La trilogia prosegue attraverso il secondo episodio, la più tirata Birth Of The Wicked, fino a giungere ai quasi dieci minuti di potenza e melodia della grandiosa The Coming Curse.

Le influenze thrash, power e heavy fuse in maniera strabiliante da Schaffer e soci rendono quest’ora di musica senza errori o passi falsi indispensabile a chiunque ami il metal. Album perfetto per chi volesse conoscere gli Iced Earth, mentre per quelli che già apprezzano il gruppo si tratta quasi di un obbligo morale. Insieme a The Dark Saga e Horror Show assolutamente uno dei must della band.

Tracklist:

  1. Burning Times
  2. Melancholy (Holy Martyr)
  3. Disciples Of The Lie
  4. Watching Over Me
  5. Stand Alone
  6. Consequences
  7. My Own Savior
  8. Reaping Stone
  9. 1776 (Instrumental)
  10. Blessed Are You
  11. Prophecy
  12. Birth Of The Wicked
  13. The Coming Curse

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