Recensione: Split 7”

Di Alberto Fittarelli - 22 Ottobre 2002 - 0:00
Split 7”
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Anno: 2002
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75

Questo 7″ raccoglie due ottime bands death/grindcore americane, i Misery Index (autori anche dell’ottimo MCD “Overthrow”) ed i Commit Suicide, qui al loro esordio discografico: con 3 pezzi a testa i gruppi dimostrano di avere capacità da vendere, sia tecniche che compositive, anche se ancora con ampi margini di perfezionamento.

Iniziamo l’ascolto del dischetto con la parte dedicata ai Misery Index: la prima “My Untold Apocalypse” esplode subito a velocità altissime, con il solito gran lavoro di batteria del veterano Kevin Talley ed un ritornello molto “catchy”, di chiara derivazione hardcore; anche il timbro vocale del cantante riporta alla mente i gruppi più estremi di quella scena. Il tutto è concentrato in poco più di 2 minuti, ma riesce davvero a smuovere l’ascoltatore dalla sedia: posso solo immaginare cosa riescano a fare questi quattro ragazzi dal vivo! La stessa cosa si ripete con la successiva “Alive?“: qui troviamo per la prima volta in evidenza il basso, distortissimo e suonato in pieno stile punk su ritmi death, che dà il via alla sfuriata seguente, composta da continui cambi di tempo, chorus ancora una volta quasi orecchiabili ed una sfuriata grind finale da paura. La terza canzone è invece la cover “Reality Distortion” dei Disrupt, resa alle velocità folli dei Misery Index in maniera più che buona.
L’unico appunto da fare a queste prime 3 songs riguarda la qualità della produzione, troppo livellata sulle frequenze alte e decisamente confusa in certi frangenti: sicuramente le cose miglioreranno col debut album della band, previsto per il prossimo anno su Nuclear Blast.

La produzione stessa migliora sensibilmente nei tre pezzi eseguiti dai Commit Suicide, band che basa il proprio sound sul death/grind più classico, con i suoni ed i tempi tipici del genere. La personalità cala di molto con loro, siamo infatti di fronte ad un gruppo che sembra non voler aggiungere nulla di nuovo a quanto già detto in due decadi di death metal, ma le composizioni sono sicuramente molto godibili, enfatizzate anche dalla buona tecnica della band stessa e da alcuni stacchi vincenti, specie nella seconda “With No Distaste“.
Da notare sicuramente la buona riuscita della cover di “Open Casket” degli immortali Death, con l’unica significativa differenza, rispetto all’originale, nella voce del cantante, che qui si assesta per lo più su frequenza basse.

Considerato il prezzo contenuto dei 7″ consiglio quindi a tutti i death/grind fans l’acquisto di questo split, reperibile più o meno facilmente su alcuni mailorders online: se è vero che la qualità è notevolmente sbilanciata a favore dei Misery Index, bisogna dire anche che i Commit Suicide hanno ottime possibilità di emergere con le future produzioni, e questo disco può essere un’ottima occasione per scoprire entrambe le bands.

1. Misery Index – My untold Apocalypse
2. Misery Index – Alive?
3. Misery Index – Reality distortion (Disrupt cover)
4. Commit Suicide – In all this Revelation
5. Commit Suicide – With not distaste
6. Commit Suicide – Open Casket (Death cover)

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