Recensione: Stand Up And Nerve

Di Daniele D'Adamo - 4 Maggio 2011 - 0:00
Stand Up And Nerve
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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60

Il momento che sta attraversando il deathcore è buono, e lo dimostrano (anche) i nostrani As Likely As Not che, appena formatisi (2009), mettono alle stampe “Stand Up And Nerve”, primo album di una carriera iniziata – evidentemente – col piede giusto. Nonostante l’età verde del progetto, la label The Execution Collective non ha badato a spese fornendo all’ensemble di Sondrio Pelle Saether per il missaggio e Göran Finnberg (In Flames, Dark Tranquillity, Arch Enemy, Soilwork) per la masterizzazione; il tutto presso gli svedesi Underground Studio. La produzione di “Stand Up And Nerve”, invece, è stata curata dall’ensemble stesso con risultati eccellenti: la professionalità è un dato di fatto e quindi il disco (dall’artwork molto curato) è in grado di competere con chiunque nell’affollato panorama discografico internazionale.

Il sound proposto dai Nostri è quello derivante dall’incrocio fra la potenza del death metal e la rudezza dell’hardcore, e cioè il famigerato, ormai, deathcore. Deathcore (definito da alcuni anche ‘modern death metal’) che, oltre ai grandi (soliti) nomi (Heaven Shall Burn, Neaera, Oceano), è stato fonte d’ispirazione ovunque contaminando territori altrimenti poveri di tale specificità. Anche lo Stivale, quindi, non si tira indietro se si tratta di intraprendere una strada le cui caratteristiche metal sono moderne sì da essere quasi all’avanguardia. E, in questo, gli As Likely As Not ne sono un esempio; un prototipo marcatamente concreto e anzi, quasi, un punto di riferimento per gli appassionati del genere.

Direi che tutti i connotati del sottogenere death sono ben riconoscibili, negli As Likely As Not. Primo fatto: la preparazione tecnica. Il death metal ‘generico’ si è evoluto dalle rozze forme primigenie a disegni di rara complessità comprendenti – anche se in minor misura rispetto al technical, per esempio – pure il deathcore. Di conseguenza, la professionalità nel tenere in mano i propri strumenti non deve essere un optional, per i musicisti; e in questo ovviamente non mancano né Chicco né i suoi compagni d’avventura. In particolare, che piaccia o no, l’interpretazione di Spizza è il ‘perfetto’ esempio di come debbano essere affrontate le ‘harsh vocals’, cioè le tipiche linee vocali che segnano pesantemente il genere. Così come ‘perfetto’ è il disegno sia del guitarwork, sia del motore ritmico. Il sound, pur possente, è quindi lindo e pulito come il bucato appena steso al sole; e, questo, è proprio uno degli attributi alla base della foggia stilistica. Un attributo che se da un lato garantisce la piena comprensione di tutte le scale musicale erette dalla band lombarda, dall’altro insinua in chi ascolta una sottile sensazione di freddezza o, peggio, di artificiosità. E questo è il secondo elemento caratterizzante il deathcore. Elemento, anch’esso, da rimandare ai gusti personali dell’auditorio. La terza prerogativa della specie musicale in esame, infine, coincide con una relativa assenza di melodia. Non si è ai livelli della durezza armonica posseduta dal technical o dal brutal death metal, tuttavia è parimenti molto lontana una qualsiasi similitudine con la melodiosità di band quali Sentenced o Scar Symmetry, per esempio.

Le canzoni (che sono sei, poiché sia “Only Echoes Of Dreams”, sia “Omega” sono esperimenti di electronic ambient) seguono lo stesso discorso appena fatto per lo stile. La loro struttura non regala nulla di diverso da quanto ci si potrebbe aspettare da un complesso che suoni deathcore e, infatti, – anche reiterando gli ascolti – non rimane molto, in testa. Tuttavia, il tutto scorre senza intoppi, alimentato da una dose di energia sopra le righe, ben controllata e discretamente variegata. Manca però il quid pluris compositivo, cioè l’indefinibile ‘quel qualcosa in più’ che trasformi brani discreti come “Designed Love” o “My Last Confession”, per citarne due, in episodi da inserire negli annali.      

In sintesi, “Stand Up And Nerve” suona esattamente come ci si aspetti che suoni; senza alcuna sorpresa, cioè. E, gli As Likely As Not, appaiono come diligenti studenti che hanno svolto con perizia, ma senza lode, il compito a loro assegnato. Ritendendo più che adeguata la preparazione tecnica, non rimane, pertanto, che concentrarsi con maggiore attenzione sull’aspetto artistico e quindi sulla qualità della composizione musicale. Facile a dirsi, difficile a farsi. Vedremo.  

Daniele “dani66” D’Adamo

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Track-list:
1. Designed Love 3:43
2. Realization 4:23
3. My Last Confession 5:09
4. Red Fleer 4:48
5. Only Echoes Of Dreams 1:10
6. Inhale Exhale 4:17
7. Nerving Empathy 5:01
8. Omega 6:23              

All tracks 35 min. ca.

Line-up:
Spizza – Scream
Chicco – Guitar
Andrea – Guitar
Bon – Bass
Gian – Drums

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