Recensione: Stasi

Di Gianluca Fontanesi - 13 Aprile 2020 - 15:50
Stasi
80

Il terzo album dei Maerormid, band italianissima di Castiglione Del Lago, si rivela fin dai primi ascolti una gran bella sorpresa. Il genere proposto dagli umbri è un ibrido con parecchia carne al fuoco che, contro ogni possibile aspettativa, funziona benissimo. Nella musica dei nostri si possono trovare decine di influenze diverse: dai My Dying Bride e il doom più funereo, passando per il più feroce del black metal, per approdare in lidi più gothic e chi più ne ha più ne metta. I Maerormid nel comporre Stasi non si sono preclusi nulla e fanno della difficile catalogazione la loro carta vincente.

Il disco è prodotto piuttosto bene e ben bilanciato, anche se si sarebbe potuto fare meglio in particolar modo sulla cassa che, durante i raddoppi, risulta parecchio fastidiosa. La chitarra ha un suono arcigno e malvagio ed è stato fatto un lavoro certosino soprattutto per quanto riguarda le parti vocali. Lo scream di Mid. ha una timbrica cattiva e sofferente e non arriva mai ad annoiare l’ascoltatore; davvero apprezzabilissima la scelta del cantato in italiano nella totalità dell’opera, che si rivela un valore aggiunto e si amalgama alla perfezione con le trame strumentali. Sono presenti comunque diverse variazioni e anche le poche clean vocals acquisiscono senso compiuto.

I Maerormid poi, non contenti, aggiungono anche il violino e non lo fanno di certo per moda o perché di questi tempi è una soluzione figa. Anzi, nelle tracce proposte è assolutamente indispensabile ed è dosato alla perfezione. Sa rendersi protagonista, sa arricchire e sa mettersi da parte quando necessario, sempre al servizio del brano e mai viceversa.

Stasi, a nostro avviso, offre il meglio di sé nella parte centrale: Martire, Il Muro Ad Ovest e la titletrack sono brani maturi e di altissimo livello, che faranno saltare dalla sedia ben più di una persona. Si gioca molto sugli stati d’animo e suoi suoni sfiorando la psichedelia; il risultato è impressionante e si toccano persino vene folk ed eteree dove si aggiungono flauti e voci femminili, impossibile chiedere di più. Interessante anche la scelta di chiudere l’opera con un brano violento, Dissolvenza, rispetto a una più logica scelta opposta.

Non manca di certo il coraggio ai Maerormid e la personalità in questo caso ha premiato. Stasi è probabilmente un disco per pochi e per quelli con una propensione totale alla sperimentazione. Non è completamente black e non è completamente doom; mette benissimo il piede in due scarpe e contamina ulteriormente con altre ricercate influenze. Rimane una forte curiosità sulla direzione futura che prenderanno questi ragazzi; siamo però certi che, se riusciranno a mantenere questo livello di maturità e songwriting, i Maerormid saranno in grado di regalarsi soddisfazioni enormi. Bravi.

“Dal movimento tornerò alla stasi, poi risorgerò”.

Ultimi album di Maerormid

Band: Maerormid
Genere: Black 
Anno: 2020
80
Band: Maerormid
Genere: Doom 
Anno: 2016
68