Recensione: State of Emergency

Di Andrea Bacigalupo - 29 Aprile 2023 - 22:38
State of Emergency
Etichetta: Witches Brew
Genere: Thrash 
Anno: 2023
Nazione:
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74

State of Emergency’ è l’album di debutto dei Black Denim Rage, disponibile dal 7 aprile 2023 tramite la label tedesca Witches Brew.

La band è nata nel 2019, quando Matthew Sanders si è congedato dall’esercito degli Stati Uniti ed ha ritrovato l’amico James Balcazar, conosciuto quattro anni prima poco prima dell’arruolamento, durante un concerto nella loro città Lake Worth in Florida dove “si sentivano fuori posto”.

Entrambi fan della vecchia scuola e carichi di una qual certa rabbia, hanno cominciato da subito a comporre ed a cercare dei “compagni di squadra”.

La band che compare sull’album vede, dunque, anche Shazam Humphrey alla batteria e Tom Hernandez al basso (che i Metal Archivi indicano ora sostituito da Willow Cattarinich – alias Guido o Giotine dei Thrash or Die).

I Black Denim Rage suonano un Thrash/Speed Metal che più anni ‘80 non si può, con lo stesso effetto dirompente di un treno sparato in corsa che ti passa a fianco mentre sei con le cuffiette in stazione … sul bordo del marciapiede (minimo: trasali, massimo: di te rimane ben poco).

Devo dire che i cliché abbondano, su tutti la forte inflessione punk della voce di James, cha dà all’album un tono deciso di scazzo e ribellione e poi: l’esagerazione al limite del Crossover di ‘Chemical Bullets’, l’influenza dei Motorhead e dei Running Wild in ‘Curfew City’, i frammenti riferiti alla NWOBHM un po’ da tutte le parti, come  nella Title Track, ecc.

Insomma, tutto da manuale e fatto abbastanza bene, con un bel lavoro di chitarra sia ritmico che solista, dei ritornelli orecchiabili e dei cori avvincenti, soprattutto quando sembrano le urla di una folla in rivolta che si sta avvicinando.

Ci sta anche bene il minimo rallentamento di ‘The Last Breath’ quasi a metà lavoro, che fa giusto sapere che i Black Denim Rage sanno fare anche dell’altro, oltre che a correre a rotta di collo, rimanendo comunque indomiti ed intransigenti.

Qualcosa poteva venir meglio, soprattutto l’arrangiamento di qualche finale di canzone, che è stato chiuso un po’ frettolosamente, ma le idee valide ci sono e ‘State of Emergency’ è, in definitiva, un bel disco che riesce a coinvolgere ed a trasmettere le emozioni di chi vuol far conoscere il proprio disagio attraverso la contestazione sociale cruda ed onesta.

C’è ancora del lavoro da fare, c’è sempre il solito rischio che questo album, come tanti, si confonda tra le varie migliaia che escono ogni anno, ma va bene così: i Black Denim Rage hanno i numeri per proseguire e noi attendiamo con fiducia.

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