Recensione: Storm Over Scaldis

Di Luca Dei Rossi - 10 Giugno 2009 - 0:00
Storm Over Scaldis
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Genere:
Anno: 2009
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74

Gli Angeli di Pietra si formarono del 2002 grazie ai chitarristi Gaël Sortino e Quevin Smeyers. Dopo diverso tempo si aggiunsero Sjoera (voce), Kurt (basso), Guy (grunts) e Vincent (batteria). Nel 2004 rilasciarono il loro demo Songs Of Solace, che riscosse critiche positive, come il successivo (sempre demo) Belive In Angels. La band fece molte performance live, riuscendo sempre a conquistare il pubblico: nel 2008 vinsero il Paganfest contest e poterono così aprire il concerto facendo da spalla a Eluveitie, Korpiklaani e Ensiferum. Storm Over Scaldis è il loro primo full-length, che vede tutte le loro fatiche ed esperienze riunite in undici brani. Il genere proposto dalla band è un misto tra Power, Folk e Gothic con, talvolta, reminescenze Death.

L’album parte con il tenebroso intro The Tempest, che lascia il campo dopo una manciata di secondi alla seconda traccia Ride Into Oblivion. Molto interessante questa canzone: le strofe si dividono in due testi diversi ma paralleli, cantanti contemporaneamente da Sjoera e Guy, secondo linee vocali diverse. Molto, molto d’effetto. Se prima ho parlato di influenze Folk non si può non citare la quarta traccia Manannàn mac Lir, fatta di un intro lento che esplode in una cavalcata di batteria effetto “martellata sui denti”. Questa canzone ha melodie e strumenti tipicamente folk, e la voce Death ne aumenta l’effetto “somiglianza”. Degno di nota è il fatto che gli Angeli di Pietra riescono con semplicità a creare i ritornelli in modo che rimangano facilmente impressi nella mente: si veda il chorus della seconda Ride Into Oblivion, o della terza For Us, Fallen Ones (Mercy / We beg for mercy / For us, the Falle Ones…). Un punto che invece non convince molto, a mio parere, è la voce spesso troppo lineare e monotona (non parlo di timbro, ma di linee vocali) di Sjoera, che a volte stanca e fa perdere la concentrazione; buono invece il growl e lo scream ben impostato di Guy. Nell’album gli Angeli di Pietra ci deliziano anche di una bellissima canzone totalmente strumentale: la titletrack parte con un giro di basso a cui si aggiungono poi batteria e in seguito chitarra; la canzone accelera sempre di più e i riff si fanno più aggressivi, fino all’assolo (molto bello) e alla chiusura finale.

In conclusione la band è riuscita a fare un tutt’uno dell’esperienza accumulata, creando un album compatto e di facile assimilazione che non pecca nemmeno tanto di originalità. Per gli amanti del folk e del power quindi questo è un buon acquisto, che personalmente consiglio.
Vedremo con il prossimo album se gli Angeli di Pietra riusciranno a migliorarsi ulteriormente…nel frattempo gustiamoci questo Storm Over Scaldis, che non è per niente male.

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Tracklist:

01 The Tempest (intro)
02 Ride Into Oblivion
03 For Us, Fallen Ones
04 Manannàn mac Lir * MySpace *
05 Frost
06 Storm Over Scaldis
07 Lindisfarne
08 Medusa
09 Torquemada
10 Forlorn
11 Legendary Forest

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