Recensione: Stormveiled

Di Nicola Furlan - 28 Settembre 2021 - 14:40
Stormveiled
Band: Aeon Winds
Etichetta: Avantgarde Music
Genere: Black 
Anno: 2019
Nazione:
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68

Con “Stormveiled” gli slovacchi Aeon Winds giungono al loro secondo LP in quattordici anni di attività. Tra un EP e uno split, Svarthen e soci confermano che, quando il tempo è dalla loro parte, non sbagliano un colpo. Le coordinate stilistiche puntano sempre nella direzione di un epic black dai tratti sinfonici, ma rispetto alle origini è stata un po’ abbandonata la vena pagan-folk per lasciar spazio a componimenti dai tratti solenni, segno di una maturità compositiva effettivamente acquisita.
L’uso delle tastiere sostiene un impianto compositivo symphonic/melodic black che a tratti ricorda decisamente i primi Dimmu Borgir per la parte più black metal, da altri riporta alla memoria le ultime cosette schizoidi degli Arcturus, in particolare per il sapiente uso delle tastiere, la ricerca dei suoni e per il massiccio uso repentino dei cambi di tempo.
Rappresentato da un artwork capolavoro (la versione in vinile può tranquillamente essere messa in cornice e appesa a mo’ di quadro…), il disco nel complesso è godibile, catchy e ben suonato (devastante il batterista Askold!). Il mood è comunque quello di una musica da godersi per la qualità a 360°: dalla struttura compositiva ricercata, al missaggio suoni, potenti e puliti, passando per gli intramezzi che legano il tutto con idee e abilità. Per farsi un’idea, possiamo affermare che “A Cosmic Sky Ablaze” ne è il pezzo più rappresentativo.
Chiunque ami il symphonic black ‘pulito’ (e ordinario), ma nel contempo non disdegna qualche sfumatura sperimentale, troverà in “Stormveiled” un ottimo passatempo, emotivamente poco impegnativo e turbolento, ma in grado di regalare cinquanta minuti di buona musica estrema.

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