Recensione: Stranglehold

Di Paolo Beretta - 3 Giugno 2005 - 0:00
Stranglehold
Band: Stranglehold
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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60

Dopo i Dragonforce (gruppo poli-etnico a dir la verità) la Gran Bretagna, che certo non si può definire la patria per eccellenza del power metal, sforna una nuova band appartenente al genere: gli Stranglehold. Il progetto, nato nel 2001, consta di soli 3 elementi e, dopo quattro lunghi anni, è finalmente giunto il tempo dell’omonimo debutto sotto l’etichetta dall’evocativo ed epico nome “Valhalla Records”.

Il gruppo propone un power metal semplice di stampo classico con una forte presenza delle tastiere ed elementi più progressivi che, tuttavia, sono lungi dal rappresentare la caratteristica peculiare della formazione. Passiamo all’elemento vocale. Non ho apprezzato l’ugola del singer (e guitarist) John Nicholas. Seppure sia dotato di una voce indiscutibilmente potente mi ha dato l’impressione di non saperla proprio controllare: sembra quasi che proceda a strappi e questo, alla lunga, mi ha dato estremamente fastidio. Scontati, ma godibili, gli assoli che si sovrappongono (non sempre con ottimi risultati) con le keyboards. La sezione ritmica è ben prodiga di cambi di tempo mentre la produzione è di un discreto livello; decisamente accettabile se si tiene conto del fatto che di debutto si tratta. Il songwriting complessivo è vario con canzoni di media durata che, sovente, superano i 5 minuti. Un esempio può essere rappresentato da Achilles Heel che alterna momenti più incalzanti (le prime strofe) ad altri più studiati nel break riuscito dove chitarra e tastiere sono indiscussi protagonisti. La Hit del disco è Design By Design. Una canzone che prende molto dagli anni ’80 con l’elemento tastierisco prepotentemente in primo piano per un pezzo melodico e piacevole nel suo iter musicale che offre il suo meglio nella parte strumentale centrale da “guitar hero”. Una citazione la merita anche la suite finale Depth Charged. Introdotta da una lunga cavalcata alla Malmsteen la song dimostra non solo le capacità tecniche della band ma anche la loro ferma volontà di suonare un power metal a tratti complicato e ricercato.

Un disco ben suonato e discretamente prodotto. La musica proposta dalla fromazione britannica è in definitiva apprezzabile e ci sono anche un paio di canzoni molto riuscite. Se bastasse ciò a fare di un disco un buon disco sarei pieno di capolavori nella mia collezione. Gli Stranglehold, secondo il mio punto di vista, non sono ancora una band di rilievo nel loro genere. Devono crescere cercando un songwriting più omogeneo (c’è troppa differenza qualitativa tra le varie tracce) e, come già accennato precedentemente, la voce del singer l’ho trovata difficile da digerire. Stranglehold è un lavoro sufficiente ed ascoltabile che non mi sento di sponsorizzare oltremodo. Sarò lapidario: se non mi fosse arrivato via posta questo cd (grazie Gae) e avessi comunque avuto la possibilità di ascoltarlo dal mio negoziante mai lo avrei comprato. I 3 britannici hanno comunque tempo e capacità tecniche per migliorare sicuramente in futuro. Aspetto con moderata fiducia, rimandandoli a settembre…per il momento.

TRACKLIST:

1. Total Eclipse
2. Discretion
3. Achilles Heel
4. Stranglehold
5. Instinctively Infectious
6. Dying By Design
7. XIII
8. Different Faces
9. Subliminal Stimulus
10. Depth Charged.

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60