Recensione: Strong As Death

Di Alessandro Calvi - 30 Dicembre 2008 - 0:00
Strong As Death
Band: Azmaveth
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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50

Gli Azmaveth sono una unblack metal band dal Costa Rica. Questo “Strong As Death”, nonostante il nome suoni nuovo anche ai fan del gruppo, in realtà è l’ennesima riproposta dello stesso cd. La prima produzione della creatura di Ancient Prophet è infatti un demo intitolato “Azmaveth” del 2004. Quel disco e questo differiscono solo per un paio di canzoni. Sempre nel 2004, la Deathcrush Records mette sotto contratto i costaricani e stampa sotto la propria egida il loro demo mantenendo inalterato il titolo, l’unica differenza è qualche cambio in scaletta, un paio di brani nuovi e un sacco di “interludi” in più. A quattro anni di distanza arriva la Bombworks, che rifà il look ad “Azmaveth”, gli cambia il titolo in “Strong As Death” e lo pubblica come il secondo album in studio della band. In realtà si tratta dello stesso disco. Praticamente dell’unico che questi musicisti abbiano finora prodotto. Visto il risultato, forse non è un male, ma andiamo con ordine.

La proposta musicale del gruppo risulta essere una sorta di ibrido dalle varie influenze che, a più riprese, fanno capolino lungo la durata dei brani o della tracklist. Qui e là troviamo quindi passaggi di black sinfonico, death tecnico o thrash. Tutti questi elementi non sarebbero un male, al contrario, potrebbero risultare un punto di forza se gestiti in maniera omogenea. Purtroppo così non è e per sapere perchè concentriamoci sulla scaletta.
Ad aprire le danze troviamo una intro poco brillantemente intitolata proprio “Intro”. Di suo la traccia non fa molto per farsi ricordare e, tra rumori campionati ed effetti sonori, si passa subito alla successiva “A Mortal Way of Life”.
Si tratta, senza mezzi termini, di una delle canzoni più convincenti del disco. L’inizio è deputato a una sfuriata black d’impatto su cui si innestano poi elementi di volta in volta più melodici e/o d’atmosfera, con la voce che cambia più volte registro dallo scream al growl per adattarsi al genere musicale. Particolarmente trascinante il passaggio strumentale a circa 3 minuti e mezzo, che, pur ricordando molto gli Slayer, ottiene invariabilmente l’effetto di cominciare a far andare su e giù la testa.
“Interlude 1” (anche qui la fantasia si è sprecata) è il primo di 5 brani brevi, spesso brevissimi, che dovrebbero introdurre la canzone che segue. Il risultato sembra più quello di aver ricercato a tutti i costi una inutile proliferazione nel numero delle track. Nei casi migliori la traccia poteva essere accorpata alla canzone seguente, in quelli peggiori è addirittura fastidiosa.
Per quanto riguarda le canzoni vere e proprie del resto della scaletta, il risultato è un po’ altalenante. Da una parte vi è il fatto che da un brano con l’altro sembra che il gruppo suoni generi diversi, passando dal death di “A Cadaveric Desire of the Human Perverse Condition” al thrash di “Stigma from Hell”, fino al black di “Master of Light”. Dall’altro la sensazione che questi cambi di genere non siano ricercati (come è invece il caso, per fare un esempio atipico, dei Die Apokalyptischen Reiter), quanto piuttosto la mancanza di un’idea univoca della musica che si vuole fare.
Il risultato son canzoni che a tratti funzionano, ma che fin troppo spesso ricadono nei cliché di questo o quel genere. Le doti tecniche dei musicisti ci sarebbero anche, ma asservite a un songwriting così disomogeneo risultano sprecate.

Per concludere “Strong As Death” ci presenta una band che sembra non avere molto chiare le idee di dove vuole andare. L’effetto alle orecchie dell’ascoltatore è di qualche passaggio interessante annegato in un grande collage di cliché presi a prestito da generi (se non brani) diversi. Non possiamo che ravvisare, in tutto questo, uno spreco di doti da parte di musicisti che, invece, avrebbero molto da dare.
Trattandosi, sostanzialmente, di un esordio discografico (anzi, di un demo), si tratta di problemi ed errori in parte giustificabili. Chi però possedesse già il primo disco degli Azmaveth potrà quindi fare a meno di questo che ne è, in pratica, la ristampa.

Tracklist:
01 Intro
02 A Mortal Way of Life
03 Interlude 1
04 A Cadaveristic Desire of the Human Perverse Condition
05 Interlude 2
06 Stigma from Hell
07 Interlude 3
08 Master of Light
09 Interlude 4
10 The Dark Lust of the Rotten Soul
11 Interlude 5
12 Crawling From the Grave
13 Outro

Alex “Engash-Krul” Calvi

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