Recensione: Sudden Death Syndrome

Di Alessandro Calvi - 2 Febbraio 2011 - 0:00
Sudden Death Syndrome
Band: Bilocate
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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65

“Sudden Death Syndrome”, secondo album dei Bilocate, risale in realtà al 2008, ma, come si evince da quel 2010 come data di pubblicazione, ci son voluti due anni perchè finalmente arrivasse a noi attraverso il contratto per l’Europa firmato con la Kolony Records. Prima che ciò avvenisse, però, i Bilocate erano già un gruppo di un certo rilievo in Giordania, loro patria nativa. La loro provenienza potrebbe far storcere il naso ad alcuni, mentre altri potrebbero ricordare i nomi di ottimi gruppi come Orphaned Land, Disturbed e molti altri, originari dell’area mediorientale. Se i Bilocate facciano parte del novero di queste band di valore, è argomento della recensione che segue.

Come si diceva, i Bilocate provengono dal medioriente. Se ci si dovesse fare un’idea, solo sulla base della provenienza geografica, del genere proposto, dovremmo affermare che suonano un gothic-doom-death metal dotato di melodia, tecnica, qualche spruzzata di prog e diversi inserti strumentali di musica popolare della loro terra. La risposta sarebbe corretta solo in parte.
Il combo, infatti, si dedica a un death-doom fortemente impregnato di atmosfera che, però, più che ai propri co-regionari, si ispira ad alcuni gruppi storici del panorama europeo. L’apertura del disco è dimandata a una intro strumentale che mescola percussioni dal sapore popolare a un accompagnamento triste e maliconico. “Blooded Forest”, prima vera canzone del disco, è anche il punto più alto del CD. Diciassette minuti di musica che strizza l’occhio ora ai November Doom ora ai My Dying Bride, ma più nel mood complessivo, che nella fattispecie delle composizioni. I riferimenti a questi due gruppi, infatti, son più un tentativo di descrivere il loro stile, che un rimando chiaro e diretto.
Se qui e là lungo tutta la tracklist si possono udire dei rimandi o dei passaggi che ricordano i gruppi appena citati, come pure ai primi Death o, addirittura, ai Cradle of Filth, non è, però, perchè ci troviamo di fronte a una band che si limita a copiare pedissequamente. Chiaramente i riferimenti ci sono, ma è il modo in cui tutti questi elementi sono stati messi insieme, combinati e arrangiati, che riesce a creare un’alchimia nuova.
Al di là della suite di 17 minuti piazzata in apertura di disco, scelta azzardata capace di spezzare subito le gambe all’ascoltatore, se non fosse che “Blooded Forest” è davvero il pezzo migliore dell’album, il resto del CD si mantiene sugli stessi, buoni, livelli. Le varie tracce ci mostrano un gruppo capace di variare la propria proposta secondo diversi stilemi con canzoni ora più aggressive, ora più melodiche o d’atmosfera. Il songwriting si mantiene sempre di qualità e, anche se non vi sono più altri picchi di eccellenza, non vi sono neanche rovinose cadute di stile che possano minare il giudizio dell’album.

“Sudden Death Syndrome”, quindi, è un disco che non apporta sostanzialmente nulla al panorama metal mondiale. Gli elementi che presenta, presi da altri gruppi, sono però rimescolati insieme in maniera piuttosto personale. Il risultato è un CD che si lascia ascoltare dall’inizio alla fine con interesse e partecipazione, senza mai stancare. Auspichiamo, quindi, che i Bilocate continuino su questa strada, almeno per quanto riguarda la qualità del proprio songwriting. Se poi dovessero metterci un pizzico di originalità e qualcosa di veramente nuovo, siamo sicuri che potranno davvero fare la differenza.

Tracklist:
01 Humans and the Dark Affiliation
02 Blooded Forest
03 The Dead Sea
04 Ebtehal
05 Inoculate
06 Pure Wicked Sins
07 The Stone Of Hate

Alex “Engash-Krul” Calvi

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