Recensione: Tales Of Loss And New Found Serenity
Come ogni rosa ha almeno una spina, il successo, a volte, è pagato a caro prezzo.
È il caso degli olandesi Victimizer che, durante il tour (assieme a Dead Squad e Apocrypha) promozionale dell’EP “The Spiral Down” (2007), si sono improvvisamente trovati senza il chitarrista/cantante e membro fondatore Sacha Soute a causa di un grave trauma subito alla testa.
Senza perdersi d’animo, gli altri quattro componenti della band hanno rimpiazzato lo sfortunato musicista con Andrew van der Schaft, proveniente dai Septuagint; riuscendo pertanto a realizzare, quest’anno, il tanto sognato primo full-length, “Tales Of Loss And New Found Serenity”, con una label professionale del settore (nel 2003 il gruppo diede alle stampe l’album “Divide As One”, ma autoprodotto).
Tanta dedizione, tanta passione, tanta determinazione hanno fatto maturare degli ottimi frutti: “Tales Of Loss And New Found Serenity” è una violentissima bastonata sonora sulle reni. Un furibondo incrocio black/death/thrash che ciascuno può interpretare come meglio crede, talmente sono diluiti omogeneamente, tali generi.
Attenzione però: lo stile dei Nostri è perfettamente formato, maturo e personale. Dovendo essere demandata alla sensibilità personale di chi ascolta, la scelta del genere cui inserire il quintetto di Nijmegen – a mio parere – cade nel death. Ortodosso, intransigente anzi quasi old school. Si sentono benissimo le primigenie, antiche radici che assorbono dai Possessed zolfo e veleno. Del resto, la formazione dell’act risale nel 1996, quando il death non aveva ancora intrapreso con decisione le tante strade cui si trova adesso (technical, melodic, brutal, etc. …).
Come logica conseguenza, questa volontà di proporre sonorità sì moderne ma dal groove datato non può regalare nulla d’innovativo. Se però si ama quel mood tenebroso che ha permeato, come unico comune denominatore, i generi estremi della seconda metà degli anni ’80, non si potrà non alzare il volume e squassare l’atmosfera con le terribili bordate scaturite da song quali “Feeding The Rats”, “Past The Eulogy” o l’opener “For What Matters Now”, con cui la forza dei blast-beats fa raggiungere i neurodeliri figli degli scellerati Bulldozer. Ottimi i cambi di tempo operati dal potente Romeo Gerrits: non sono nulla di trascendentale essendo invece dannatamente efficaci. Monumentale il guitarwork della terribile coppia Sastra/van der Schaft capace, anche, di ardite dissertazioni melodiche (“A-Psalm To The Fallen”). Devastanti pure i mid-tempo (sic!), come quello di “Bodhi’s Lyric”, sicuro rasaerba in sede live, trascinato per la collottola dalla furia di Niels Feekes cui, penso, sanguino sin le tonsille a causa dello sforzo per l’erculea, blasfema unione growl/scream vomitata sul microfono.
Troppo spesso, secondo il sottoscritto, ci si dimentica che il metal – e in particolare il death – è caratterizzato in primis dalla forza delle emozioni che scaturiscono vibrando assieme alla massima potenza sonora generata dalla strumentazione/amplificazione elettrica. Imbrigliata come meglio si crede in ambiti circoscritti per poterla gestire, ma comunque tale da demolire i timpani a coloro che non sono così adusi al genere estremo. Apologia della furia cieca, insomma.
Se si prende ciò, come principale parametro di giudizio per il lavoro dei Victimizer, allora ci siamo.
Eccome!
Daniele “dani66” D’Adamo
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Track-list:
1. For What Matters Now 4:00
2. A-Psalm To The Fallen 4:46
3. Bodhi’s Lyric 5:05
4. Left Unsung 6:23
5. Past The Eulogy 5:03
6. To Preserve FromPrecipice 5:01
7. Feeding The Rats 6:54
8. Reunited For Eternity 8:07
Line-up:
Niels Feekes – Vocals
Andrew van der Schaft – Guitar, Vocals
Richard Sastra – Guitar, Vocals
Chris Thompson Rosall – Bass
Romeo Gerrits – Drums