Recensione: Tavùtu

Di Matteo Bovio - 15 Luglio 2004 - 0:00
Tavùtu
Band: Cisìna
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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60

Questo progetto nasce per scherzo, non maschera l’intenzione “giocosa”, e finisce, senza avere grosse pretese, col divertire chi lo ascolta. E’ abbastanza importante entrare in quest’ottica se si vuole trarre qualcosa da questo Tavùtu, frutto, come riportato sul retro, di circa 2 ore di registrazione e mixaggio. Una caratteristica riflessa nell’estrema semplicità delle canzoni, piccoli tributi al lato più estremo e anticonformista del Death Metal. Gli intenti sono quelli di emulare in chiave ironica i canoni del Grindcore, anche se le più svariate influenze lottano nelle 17 tracce per venire a galla, e spesso sviano l’intento originario (senza che questa “distorsione” sia di per sè negativa).

La prima traccia, “Tavùtu Part 1“, lascia inizialmente pensare a un riflesso del lato più cupo e lento degli Obituary primo periodo (sapete quelle lunghe introduzioni alle varie Slowly We Rot o Cause Of Death?). Ma in realtà è altro quello che ci aspetta. Superata la prima traccia ci troviamo davanti a tracce elementari, spesso giocate su un paio di riff, sorrette da una sezione ritmica altrettanto lineare e piuttosto veloce. Non passa molto che ritornano le influenze Death e Thrash a fare capolino, come nel main-riff di “Ciampatu” e in tanti altri episodi, dove si inquadra perfettamente il cantato basso e graffiante, che raramente si concede escursioni su altre timbriche.

E poi ovviamente non mancano le parentesi ironiche, da ricercare sparse qua e là per tutto il demo. Da leggere sicuramente in tale accezione “Merdallica (Cerca & Sbunda)“, che inizia, come è facile prevedere, con il riff di Seek & Destroy, per poi andare a risolvere sulla solita formula collaudata nelle altre tracce. O ancora, il riff in crescendo di “Hiatu ‘I Spattu Part I” che si ritrova una risposta speculare nel riff in decrescendo della successiva “Hiatu ‘I Spattu Part II“. Insomma, tutti elementi che mostrano quale sia lo spirito che sta alla base del progetto.

Non ci sono molte altre parole da spendere sul lavoro. Il suono è molto grezzo, ma non pensate a confusione totale. I riff ci sono e si sentono, e per essere un lavoro nato per divertire non si può non esserne soddisfatti. Anzi, quasi mi vergogno di una recensione così seriosa per questi Cisìna… Onesti e folli. E tanto per chiudere con una citazione dall’artwork: stàtivi crucivicati!!!
Matteo Bovio

Email: cisinagrind@hotmail.com

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