Recensione: Tellurian Rupture

Di Roberto Castellucci - 22 Settembre 2022 - 8:30
Tellurian Rupture
Etichetta: From The Vaults
Genere: Heavy  Thrash 
Anno: 2022
Nazione:
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80

Nel mese di Gennaio 2022, durante una delle mie consuete e divertenti esplorazioni nel sottobosco di Bandcamp, acquistai per una manciata di Euro l’intera discografia digitale di un gruppo di cui ignoravo totalmente l’esistenza: gli sloveni Eruption. Attirato inizialmente dalle intriganti copertine dei dischi, più curate rispetto alle illustrazioni ‘casalinghe’ che spesso adornano gli album di gruppi poco conosciuti, mi sono ritrovato con quattro opere di indiscusso valore. Il disco di debutto, “Lifeless Paradise”, risulta gradevole ma ancora piuttosto acerbo nella produzione, mentre i successivi “Tenses Collide” e “Cloaks Of Oblivion” ci consegnano una band che ha ben presto abbandonato le incertezze giovanili, arrivando a dare vita nel corso degli anni a lavori maturi e meritevoli. Va detto come gli Eruption non brillino in quanto a produttività, considerando che l’attuale “Tellurian Rupture”, quinta fatica discografica della band, arriva a distanza di 13 anni da “Lifeless Paradise”, pubblicato nel 2009…tenendo presente che uno dei cinque dischi rintracciabili in rete, “Live Transmission”, è un EP contenente 5 canzoni registrate dal vivo, i conti sono presto fatti: il combo sloveno produce un disco nuovo mediamente ogni 4 anni. E’ forse improprio, oltretutto, parlare di un solo gruppo. Le attese medio-lunghe tra i vari lavori sono state molto probabilmente imposte da alcuni periodici assestamenti nella formazione, oggi rivoluzionata per i 4/5 rispetto agli esordi di “Lifleless Paradise”. L’unico rappresentante della prima line-up è il cantante Klemen ‘Buco’ Kalin, al timone della band fin dalla sua nascita; intorno a lui si sono avvicendati numerosi musicisti che, pur non garantendo molta continuità, hanno sicuramente evitato il rischio di una stagnazione nella creatività del gruppo.

Benché l’ossatura dello stile musicale degli Eruption sia sempre più o meno la stessa, vale a dire un miscuglio di Heavy/Speed e Thrash Metal distribuiti in parti variabili, in ogni disco si riesce comunque a percepire la direzione verso la quale punta il proverbiale ago della bussola. Se in “Lifleless Paradise”, ad esempio, la componente Speed Metal si presenta in leggero vantaggio rispetto alle altre, in “Tenses Collide”, dato alle stampe nel 2012, la coordinata sonora maggiormente seguita è un Thrash Metal dichiaratamente ‘Bay-Area oriented’. L’ultimo “Tellurian Rupture”, come è giusto che sia, continua invece il sentiero tracciato dal precedente “Cloaks Of Oblivion”, rappresentando una feconda unione di tutto ciò che gli Eruption hanno pubblicato finora: il buon risultato finale, non a caso, sembra proprio riprendere il discorso magistralmente iniziato dagli Helstar una dozzina di anni fa con “The King Of Hell” e “Glory Of Chaos”…e purtroppo attualmente sospeso dopo l’uscita dell’ultimo EP “Clad In Black”. Dal canto suo, fortunatamente, il quintetto di Lubiana non perde colpi, anzi: “Tellurian Rupture” fonde saggiamente solennità e aggressività senza dimenticare un pizzico di originalità, dando vita così ad un mostruoso ed elettrizzante ibrido musicale in cui potrebbero sguazzare tanto gli amanti dei Sanctuary quanto i fans dei Forbidden. I 10 brani che compongono “Tellurian Rupture” contengono davvero materiale adatto a tutte le orecchie: dalle cavalcate tipicamente Heavy di “Aegeon’s Wrath” e “The Awakening” alle mazzate distribuite con generosità in tracce devastanti come “Worms”, “Beyond The Black” e “Maternal Foundry”. Parlando di irruenza, poi, sfido chiunque a non iniziare un violento headbanging durante i primi trenta secondi di “Gone With The Floods”…questo è il classico incipit che in sede live ha tutte le carte in regola per lasciare sotto al palco numerose vittime, amichevolmente sopraffatte da un pogo selvaggio e liberatorio.

Non di sola veemenza si campa, sia chiaro…gli Eruption si ricordano spesso di ‘mollare’ l’acceleratore, in modo da donare anche una certa varietà ai 52 minuti lungo i quali si snodano le canzoni di “Tellurian Rupture”. Un gradito esempio di ‘calo di tensione controllato’ ci viene offerto dalla lunga “Praise The Serpent Queen”, intensa composizione sapientemente incastrata tra la dirompente “Coffin Bred” e l’esaltante “Gone With The Floods”. E’ molto difficile trovare un punto debole nella tracklist di questo ottimo disco: si può ben dire come l’ultima fatica degli Eruption ‘sposti l’asticella’ piuttosto in alto, sia dal punto di vista della produzione sonora, impeccabile, che dal punto di vista dell’equilibrato songwriting. Tutti i musicisti coinvolti si rendono protagonisti di una prova maiuscola, compreso il cantante Klemen Kalin che, pur non raggiungendo gli olimpionici livelli di un’ugola d’oro come James Rivera, voce dei succitati Helstar, riesce comunque a ‘fare centro’. Con il suo stile vario ed espressivo è in grado di dar corpo alle Forze della Natura evocate nei testi, riportate in superficie da un’entità planetaria condotta sull’orlo della rovina a causa di un parassita piuttosto fastidioso: la specie umana, ovviamente, che vede i suoi ultimi rappresentanti costretti ad abbandonare un Pianeta in aperta ribellione. In definitiva, dopo una convincente esperienza di ascolto come questa, affiora alla mente una domanda legittima, da rivolgere ai vecchi e nuovi fans degli Eruption: vale la pena aspettare 4 anni tra un disco e l’altro? Risposta doverosa: assolutamente sì, se la proposta del quintetto sloveno continuerà ad essere di questo livello! Bravi Eruption e buon ascolto a tutti!

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