Recensione: the arrival

Di Eugenio Giordano - 14 Agosto 2003 - 0:00
the arrival
Band: Rising Faith
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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82

La politica discografica della LMP Music ha subito una importante sterzata alla luce delle ultime eccellenti produzioni patrocinate dal tedesco Limb Schnoor e tra queste meritano un plauso particolare questi esordienti Rising Faith. Infatti il loro disco “the arrival” esce dal solito power metal ormai classico nelle produzioni LMP per abbracciare lo stile dei gruppi americani della scorsa decade collezionando una serie di brani a dir poco molto interessanti. I nostri cinque si avvalgono anche dei serivigi, in fase di produzione, di Andy LaRoque ormai entrato di diritto tra i miti del metal storico americano e anche in questo caso il chitarrista che ha affiancato personaggi come King Diamond e Chuck Schuldiner ha svolto un lavoro eccellente potenziando e paritcolareggiando il sound del gruppo. Alla luce di queste credenziali è lecito aspettarsi una prova maiuscola da parte del gruppo e i nostri non si fanno attendere piazzando “rage” in prima fila quasi a fare da manifesto dello stile del gruppo, il brano infatti viagga tra riff granitici e un incredibile refrain melodico e intrigante del ritornello che ricorda gente del calibro dei Savatage più essenziali. Ancora più convincente la seconda “the inner truth” nella sua compattezza ripropone i riff ritmici dal sapore oscuro affiancati alla ottima interpretazione vocale e la semplicità delle soluzioni proposte che non lasciano dubbi in merito al talento del gruppo. Forse più vicina ai primi Iced Earth “head of the anvil” possiede però una grossa potenzialità live grazie ai cori sparati in faccia al pubblico e al solito e riuscitissimo refrain melodico delle linee vocali che viene spezzato da un guitar work massiccio e oscuro, insomma ottima. Molto più veloce, ma non la definirei power per via del suono generale aggressivo “imaginations” strizza l’occhio al metal tedesco senza scadere in semplici soluzioni ruffiane, anzi i nostri continuano a colpire duro senza mollare il tiro. Sono i Mercyful Fate rielaborati e in un certo senso “ristrutturati” a caratterizzare “flight of the broken” che non deluderà chi tra voi ha amato le soluzioni compositive di questo gruppo storico, ancora molto riuscito il ritornello che trascina con se il brano in un alternarsi di atmosfere sempre molto potenti anche se più ragionate rispetto a prima. Ottima anche “final day” che richiama i ritornelli crescenti alla Iron Maiden e mostra una splendida interpretazione vocale, qui molto tecnica, ma alla fine è sempre la efficacia compositiva del brano a convincere l’ascoltatore. Più oscura e quasi thrash-oriented “the soul deserter” è semplicemente una prova esemplare che dimostra quanto i Rising Faith abbiano le idee chiare in mente, il brano scorre fluido e diretto senza perdersi in fronzoli e senza dilungarsi inutilmente, compatto e frontale. Classicheggiante “aeons of silence” richiama in causa lo stile di gruppi come i Savatage in una ottica maggiormente attuale non dimenticando la melodia vocale e le soluzioni chitarristiche che contraddistinguono questo platter, sempre potenti e oscure. Più fluida e powereggiante “thin line to evil” riscopre il flavour delle prime tracce e riporta velocità al disco che non ha comunque particolari giri a vuoto, non c’è scampo anche in questo caso il pezzo risulta centrato in pieno grazie al solito ottimo lavoro compositivo. Ancora echi dei Mercyful Fate sulla successiva “shade of faith” che risulta ancora una volta particolarmente articolata su varie strutture ritmiche e melodiche astutamente alternate a garantire il solito ottimo risultato finale. Il disco si chiude con le note coinvolgenti e quasi anthemiche di “marching on” che si basa quasi interamente sul refrain del ritornello davvero riuscito e trascinante, anche qui si preannunciano grandi responsi dal vivo. Per quello che mi riguarda non posso che consigliarvi l’ascolto di questo ottimo “the arrival” nella speranza che le prossime mosse dei Rising Faith continuino su questa falsa riga perchè si sentiva davvero il bisogno di gente capace di colpire duro senza andar a menar l’anima con le solite banalissime soluzioni ipermelodiche e velocissime. A voi signori……e tu Xipe ?

1 the arrival

2 rage

3 the inner truth

4 head of the anvil

5 imaginations

6 the gathering

7 flight of the broken

8 final day

9 the soul deserter

10 aeons of silence

11 thin line to evil

12 shade of faith

13 marching on

 

 

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