Recensione: The Ashes of Resurrection

Di Ottavio Pariante - 20 Agosto 2012 - 0:00
The Ashes of Resurrection
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Anno: 2010
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I Drop Of Madness sono una giovane band barese nata artisticamente nel 2006 per volontà del cantante-bassista Filippo Ronzulli e del batterista Enrico Buonamico. Il loro sound consiste in una miscela di Heavy-Power Metal a cavallo tra Gamma Ray, Helloween e primi Iron Maiden, senza dimenticare d’incorporare nel proprio songwriting le atmosfere epiche e magiche dei primi Rhapsody of Fire
In passato hanno già dato alle stampe un EP di 5 pezzi intitolato “Victim of Fate“ e “The Ashes of Resurrection”, il disco oggetto della nostra recensione, rappresenta il loro esordio assoluto sulla lunga distanza: un album autoprodotto di circa 35 minuti, snodato su 8 pezzi e registrato, secondo una nota ufficiale della band, presso il Sound Cube studio..
Entrando nello specifico, sin dalle prime battute di questo lavoro si può constatare una difficoltà di fondo della band nel costruire qualcosa di originale che possa catturare in maniera tangibile  l’attenzione dell’ascoltatore. Spesso la tecnica  e l’entusiasmo non bastano per fare un disco che alla distanza possa lasciare un segno nel già troppo affollato business discografico. Ci vogliono le idee, quindi un progetto e gli ingredienti giusti per poterlo realizzare.
Nel nostro caso penso che qualcosa di buono alla base ci sia, ma è mal distribuito e non sempre ben eseguito. Infatti la parola “Songwriting”, enunciata in precedenza, alla fine si trasforma in un viaggio senza ritorno attraverso le più svariate sfumature del ”metallo pesante”, senza però mai riuscire pienamente ad affondare gli artigli su nessuna di queste.
Ed è un vero peccato visto gli sforzi, soprattutto economici, che la band ha fatto per realizzare questo disco.

Eppure i Drop of madness ce la mettono tutta per descrivere le loro emozioni in musica: sin dalle prime note dell’opener “The Eternal’s Breath” però, vengono fuori tutti loro limiti, sia tecnici che compositivi: basti pensare all’intro, della durata di poco più di un minuto, completamente fuori sintonia con il pezzo successivo che suona in maniera totalmente diversa. Non essendoci nessun tipo di collegamento resta penalizzato e avulso dall’intero songwriting. La seconda traccia “War Wind”, mette subito in risalto il lato più voglioso e aggressivo della band, con il suo heavy-metal dalle forti tinte maideniane. Alquanto approssimato e disarticolato, il brano s’ingarbuglia subito nelle sottili e intricate trame volute fortemente dalla band e mal sostenute da evidenti carenze tecniche.
Lacune esaltate da un frontman quasi mai all’altezza della situazione e dalle due chitarre non sempre in sintonia tra di loro, danneggiati anche da una produzione deficitaria e confusionaria. Sufficiente invece l’asse ritmico basso e batteria che rappresenta uno dei punti di partenza per un successivo capitolo discografico.
Qualcosina da salvare in questo “The Ashes of Resurrection” c’è, ovvero il terzo pezzo Dark Flames” dove i nostri  cambiano repentinamente registro, cimentandosi nel “Epic-power metal” tanto caro ai mostri sacri del genere Rhapsody of fire, cercando di prendere da loro il meglio e plasmarlo con le proprie idee. Il risultato è piacevole, ma sicuramente non esaltante e alla lunga, forse, rappresenta il loro massimo livello compositivo.
I successivi brani mettono in risalto tutti i problemi già citati in precedenza. Anche quando la band, come accade nel sesto e nel settimo pezzo, cerca di affidarsi a linee guida differenti la situazione non sembra cambiare, anzi inficia non poco sull’economia della proposta già fragile di suo.
L’utilizzo più convinto di cori e tastiere che cercano di arricchire il suono, sono eseguiti purtroppo nella maniera più dissonante possibile: i primi sono spesso sgonfi e senza pathos e le tastiere sono troppo sovrastate dalla sessione ritmica.
L’ultimo pezzo dovrebbe essere la sintesi di tutto quello che abbiamo ascoltato fino ad ora, ma nonostante un buon inizio non riesce a rialzare le sorti di questo esordio discografico.

In conclusione, possiamo dire con molta sincerità che questo “The Ashes of Resurrection” ha messo in evidenza una band non ancora pronta all’esordio discografico, ma che con il tempo e il duro lavoro dovrà e potrà raggiungere una propria dimensione e la giusta quadratura.

Ottavio “octicus” Pariante

 

Line up
Enrico Buonamico : Drums
Filippo Ronzulli : Vocals, Bass
Carmine Ronzulli : Guitar, Keyboard

Tracklist
1. The Eternal’s Breath
2. War Wind
3. Dark Flames
4. Warriors of Light
5. Vision of the Prophecy
6. Fly Over
7. The Wings of Time
8. Lord of Destiny

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