Recensione: The Bloody Path of God

Di Giorgio Vicentini - 20 Giugno 2006 - 0:00
The Bloody Path of God
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Anno: 2006
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50

Questo è il solito disco black death che mostra i denti ma non fa male, l’ibrido che non convince. Stop.

Per me potrebbe finire qui il commento sull’ultima opera dei Mystic Circle, band di lungo corso (1992) che dà alle stampe l’ennesimo esemplare di un filone, a mio avviso poco esaltante se non nelle sue personificazioni putride ed autentiche, e che non guadagna di certo punti presso il sottoscritto sbandierando un The Bloody Path of God.

E’ tutto abbastanza semplice nella musica dei tedeschi, ma soprattutto codificato, con una prevalenza della forma canzone che ammanta di ovvietà “The Bloody Path of God” o “Doomsday Prophecy“, guidate dalla stucchevole ripetitività del ritornello. In presenza di un feeling malevolo, definirei come “classici” alcuni elementi ovviamente già sentiti, in questo caso l’espressione più adatta è “banali”: riff secchi e tagliati con l’accetta, suono powerful, tendenze thrash e tastiere per i momenti gothic dark.
The Bloody Path of God è un lavoro poco ispirato ed originale, che chiama a sé il death metal con un riffing stoppato mal sfruttato e sempliciotto (su tutte “Hellborn“) e il black metal dei blast beat e delle ritmiche velocizzate per “Unholy Terror“. Il resto sono riempitivi atmosferici dal senso di deja vu incombente e vocals in scream che non aggiungono nulla di importante alle scarse idee musicali. Della track list, inutilmente lunga per il valore messo in campo, salvo soltanto the “The Grim Reaper“, abbastanza cattiva da essere convincente e che avrei sentito volentieri cantata da Dez Fafara (Devildriver ex Coal Chamber) per coprirla di ignoranza.

In un panorama di questo genere, la bonus track (che fortuna…)Circle of the Tyrants” riesce soltanto a farmi venire voglia di togliere il cd anzitempo; perché ascoltare una cover che deve tutto alla potenza demoniaca dell’originale quando ho To Mega Therion?

Penso si possa fare tranquillamente a meno di un disco come questo, un po’ noioso, scontato sotto vari aspetti, di cui il mondo estremo non avrebbe sentito la mancanza. Col senno di poi, posso dire che perfino la copertina, particolarmente “moderna e blasfema”, era stata un’avvisaglia che poi ha trovato conferme nella musica: non è così che si suscita l’interesse del pubblico.  

Tracklist:
01. Psalm of the End (intro)
02. The Bloody Path of God
03. Doomsday Prophecy
04. Nine Plagues of Egypt
05. The Grim Reaper
06. Riders of the Apocalypse
07. Hellborn
08. Church of Sacrifice
09. The Forgotten
10. Unholy Terror
11. Memento Mori (outro)
12. Circle of the Tyrants (CELTIC FROST cover – bonus track)

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