Recensione: The Cage 2

Di Francesco Prussi - 25 Maggio 2002 - 0:00
The Cage 2
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Genere:
Anno: 2002
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80

Attendevo con ansia il ritorno di Dario Mollo, in quanto lo considero uno dei maggiori talenti in circolazione per la sua capacità di relegare in canzone tecnica, melodia e feeling senza eccedere in virtuosismi fini a se stessi; tra l?altro suonando un genere (hard-rock melodico) che non gode più i favori del grande pubblico, ma rimane sempre molto amato ed apprezzato. Il background artistico di questo artista attinge dalle grandi hard-rock band degli anni 70-80, rivedendo il tutto attraverso un?ottica moderna. Affianca Dario Mollo, Tony Martin, già apprezzato singer alla corte di Mister Tony Iommy, in album bellissimi come Headless Cross e Tyr. Il suddetto singer si rinventa offrendo una prova ancora più convincente che in passato. La line-up è arricchita da un altro grande artista che risponde al nome di Tony Franklyn, grande bass-player già collaboratore di molti artisti (Blue Murder, Lana Lane, ecc.). Il gruppo è completato da Roberto Gualdi alla batteria e Dario Patti alle tastiere, due session-man di lusso. La produzione del disco è molto pulita, quindi le prestazioni dei singoli musicisti risultano ben evidenziati. Un duro giro di chitarra introduce Terra Toria , un hard-rock molto potente dai suoni molto pesanti ed un Tony Martin che già mette in chiaro di che pasta è fatta la sua voce: molto bello è il solo di chitarra. Overload è un brano invece più cadenzato, dove la chitarra accompagna il cantante in passaggi melodici e cadenzati. Tony Martin si prodiga anche in un piccolo assolo di violino, seguito da un altro splendido assolo di Mollo. Life Love and Ever viene aperta da fraseggi di chitarra che introducono un hard-rock molto robusto , con la voce di Martin che a tratti pare filtrata: un pezzo che unisce modernità e tradizione; molto bello è il coro all?altezza del ritornello. Con Balance of Power si torna su sentieri prettamente hard-rock con un cantato veramente stellare che a tratti mi ha ricordato un Ronnie J.Dio più potente; Mollo e Patti ci offrono un bel duello chitarra- tastiere (brano grandioso che dal vivo avrebbe un effetto notevole). Amore Silenzioso è un altro grande brano hard- rock molto ritmato, con una strofa cantata in italiano dallo stesso Martin, con una buona pronuncia. Molto infuocato è il finale con un Roberto Gualdi sugli scudi (mi sembra di sentire suoni di percussione con le tastiere che citano i Deep Purple: a mio parere il miglior pezzo dell?album). Il pezzo è un interludio strumentale molto ispirato da parte dell?ex chitarrista dei Crossbones. Ed è sempre l?ispirato chitarrista ad aprire la stupenda Wind of Change, brano lento arricchito da una stupenda prestazione del cantante Inglese. Theater of Dreams mi ricorda qualcosa degli Whitesnake del periodo 1987. Un pezzo dall?andamento tranquillo con un cantato molto melodico. What a Stranger è il pezzo più easy del disco, ma comunque si lascia ascoltare volentieri. Arriviamo alla cover del disco, una versione molto torrida di Dazed and Confused di Zeppelliniana memoria, resa in maniera esemplare e per niente snaturata. Un inusuale coro a cappella introduce Guardian Angel che sfocia in un veloce heavy-rock che sa di primi Rainbow. Mentre Poison Roses è un cadenzato heavy-rock che chiude questo stupendo lavoro che appena finisce ti fa venire voglia di premere ancora il tasto play. In conclusione un lavoro molto ispirato, suonato e prodotto alla grande che unisce modernità e tradizione per poter essere apprezzato da tutti incondizionatamente, ma soprattutto dimostra che in Italia non si suona solo Power Sinfonico. Grande disco. Franco Spruss

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Anno: 2002
80