Recensione: The Choice

Di - 16 Febbraio 2011 - 0:00
The Choice
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Anno: 2010
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63

Attivi da parecchio nell’underground della loro città natale, i parigini Black Horizon arrivano solo nel 2010 alla pubblicazione del loro primo album dopo 9 lunghi anni passati a cercare di farsi strada nel pericoloso mercato d’oltralpe. Nella loro carriera i cambiamenti di nome non sono stati pochi, così come anche gli avvicendamenti in seno alla lineup, ma The Choice prova che i Black Horizon ci sanno fare, pur avendo degli aspetti da limare e da rivedere nella costruzione della loro proposta.

Il genere suonato dal quintetto è un heavy metal che affonda le proprie radici sia nella corrente primordiale della NWOBHM che nel power metal tipico dei primi Helloween (periodo che va da Walls Of Jericho al secondo Keeper Of The Seven Keys), ma con saltuari rimandi anche ai Black Sabbath e suggestioni prog incastonate qua e là lungo tutta la durata del disco.

Il debutto dei Black Horizon parte, dopo un’intro di un minuto circa, con Bastard, brano in verità abbastanza sottotono che mal si sposa con il ruolo di opener. Canzone priva del necessario tiro per ricoprire il pesante fardello di avviamento verso l’ascolto dell’album, lascia presto spazio a Time, brano, invece, che comincia a far quadrare l’equilibrio tra potenza e melodia con una giusta dose di grinta.
Did You See It? inizia con un riff memore della lezione impartita dagli Iron Maiden nei loro momenti migliori ed il suo incedere rende omaggio proprio a tutta l’ondata inglese dell’HM marchiato 1980. Sugli scudi troviamo il cantante Bruno, il quale si fa apprezzare per la successiva Silence, ballata che sottolinea una perfomance molto sentita ed emotiva del singer, il quale colora a dovere le varie sfumature dipinte dal tappeto strumentale.
Con la successiva On The Battlefield si ritorna a pestar duro e vengono in mente anche i Manowar per l’umore battagliero del pezzo, mentre The First Door è caratterizzata da una buona chitarra solista che ricama svisate in puro stile hard rock su un tappeto di roccioso heavy metal, ma l’alternanza tra questi due generi talvolta un po’ troppo forzata.
Chiudono il tutto Tower ed Aurora, canzoni che ricordano ancora una volta che tutto nacque da un gruppo chiamato Black Sabbath.

Concluso il track-by-track, quello che rimane dopo l’ascolto del disco è la palese sensazione che i Black Horizon non abbiano inventato nulla di nuovo, ma solo sfruttato appieno i cliché tipici dell’heavy e del power metal. Il problema è che, a parte qualche ingenuità iniziale, il quintetto francofono riesce ad incidere una prova soddisfacente, con anche parecchi spunti interessanti e, soprattutto, coesa a livello di gruppo, con tutti i musicisti coinvolti che si prendono i propri spazi senza mai strafare.

La maturità stilistica non è una cosa facile da raggiungere, men che meno in occasione di un debutto. Alla luce di questo fatto, The Choice assume i connotati di un’opera prima dignitosamente assemblata e bilanciata, grazie anche al mixing ed al mastering di Achim Koehler (Primal Fear, Edguy, Sinner) e con i giusti prerequisiti per poter portare a compimento una buona evoluzione della propria proposta.

Andrea Rodella

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Tracklist:
1 – Mr Chrabloonzki
2 – Bastard
3 – Time
4 – Did You See It?
5 – The Choice
6 – Silence
7 – Réagis
8 – On The Battlefield
9 – The First Door
10 – Tower
11 – Aurora

Durata: 55:03 min.

Lineup:
Bruno – Vocals
Alex – Guitar
Seb – Guitar
Dom – Bass
Fifi – Drums

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