Recensione: The Code Of Life

Di Stefano Burini - 16 Ottobre 2012 - 0:00
The Code Of Life
Band: Warrior
Etichetta:
Genere:
Anno: 2001
Nazione:
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80

Tra le voci più belle dell’heavy metal, accanto agli arcinoti Halford, Dickinson e Adams, a volte ci si scorda di citare un altro storico cantante dalle corde vocali d’acciaio, nientemeno che il grandissimo Rob Rock. Da non confondere con il quasi omonimo Bob Rock, famoso bassista nonché produttore noto per le proficue collaborazioni con stelle di prima grandezza come Metallica e Bon Jovi, questo cantante originario di Orlando, Florida, in quasi trent’anni di onorata militanza al servizio dell’heavy/U.S. metal più classico e incontaminato ha collezionato una serie di ragguardevoli collaborazioni con alcuni dei maggiori esponenti del settore. Dagli Impellitteri, band dell’omonimo chitarrista italoamericano, ai M.A.R.S., in compagnia di gente come Tony MacAlpine, Tommy Aldrige e Rudy Sarzo, passando per la fugace apparizione al fianco di Axel Rudi Pell su “Nasty Reputation” (1991) fino alla tutto sommato recente svolta solista (quattro album dal 2000 ad oggi) quasi non si contano gli innumerevoli progetti cui Rob ha prestato le proprie qualità vocali. Certamente una delle collaborazioni più riuscite è quella che possiamo ascoltare su “The Code Of Life”, terzo album dei Warrior, metal band californiana poco prolifica ma di lungo corso, capeggiata dal chitarrista Joe Floyd.

L’album del 2001 è un piccolo manuale di heavy metal dalle robuste venature U.S. Power: dodici pezzi di metallo incandescente in cui lo spirito old school si giova di suoni al passo coi tempi per creare una miscela davvero esplosiva in grado di fondersi alla perfezione con le vocals aggressive ma nel contempo melodiche di Rob Rock. Le varie tracce si dipanano sulle medesime coordinate senza discostarsi più di tanto dallo schema strofa-ritornello-assolo e mantenendosi sullo stesso livello qualitativo medio/alto: non troverete innovazione né sperimentazione tra i solchi di “The Code Of Life”, bensì riff dalle cadenze marziali, melodie ariose ed esaltanti e chitarre soliste ispirate come non mai. Difficile, dunque, ma tutto sommato anche inutile, per un prodotto così compatto, andare ad analizzare ogni singola traccia: i fan dell’heavy metal più classico capiranno di aver trovato pane per i loro denti fin dal micidiale riff di “Day Of Reckoning”, opener perfetta e di grandissima classe, né mancheranno di ottenere ulteriori conferme in brani da antologia come “Kill The Machine”, dalle peculiari sfumature orientaleggianti, o la successiva, devastante “Standing”.

“We Are One” si staglia imperiosa con il suo incipit in crescendo, i riff ora cadenzati ora più spediti a sottolineare l’ottima architettura di base su cui si sviluppa la canzone e il guitar work elettrico e tagliente di Joe Floyd e Mick Perez, mentre le eccellenti linee vocali di Rob Rock, talora impegnato in terremotanti accenni di screaming, fanno il resto e ci consegnano forse la top track in scaletta. Sulla scia della maestosa “We Are One”, riprendendone anche alcuni passaggi strumentali, si innesta l’altrettanto riuscita “Open Your Eyes”, una mazzata di classic HM fatto come Dio comanda, mentre la delicata strumentale “Pantheon” svolge egregiamente la propria funzione di intermezzo prima del ritorno a sonorità più violente sulla title track, un altro buon pezzo robusto senza pause che, tuttavia, si attesta un po’ al di sotto delle vette toccate fino ad ora.

l finale d’album è affidato ad un poker di sicura resa inaugurato dalla riuscitissima “The Endless Beginning”, con le sue atmosfere epicheggianti e l’eccezionale prestazione di un Rob Rock apparentemente senza limiti, e portato a compimento da “The Fool’s Theme”, sicuramente la traccia meno convenzionale di “The Code Of Life”, e dalla conclusiva ”Retribution” con i suoi accenti modernisti assolutamente azzeccati.

I Warrior, con i loro quattro album in, ad ora, 29 anni di carriera non sono di certo una band di punta dell’heavy metal (almeno in termini di fama) né possono essere annoverati tra i pionieri, eppure la qualità di lavori come lo storico esordio, “Fighting For The Earth”, o il presente “The Code Of Life” impongono di riservare loro un posto d’onore nella storia del genere. Heavy metal senza compromessi, ma di elevata fattura, come non se ne fa (quasi) più: i fanatici non se lo sono di certo perso all’epoca della sua pubblicazione; per tutti gli altri, un lavoro assolutamente da riscoprire.

Stefano Burini

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Tracklist

01. Day Of Reckoning – 04:03

02. Kill The Machine – 04:29

03. Standing – 04:47

04. We Are One – 06:33

05. Open Your Eyes – 06:13

06. Pantheon – 01:50

07. The Code Of Life – 04:37

08. Soul Survivor – 04:02 

09. The Endless Beginning – 05:35

10. The Fools’ Theme – 04:41

11. Insignificance – 01:29

12. Retribution – 04:17   

 

Line Up

Rob Rock: Voce

Joe Floyd: Chitarra

Mick Perez: Chitarra

Simon Oliver: Basso

Dave DuCey: Batteria

Richard Carrette: Chitarra solista sulla traccia n. 09

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80