Recensione: The Eternal Existential Triad

Di Emilio Sonno - 16 Aprile 2003 - 0:00
The Eternal Existential Triad
Band: Nox Perpetua
Etichetta:
Genere:
Anno: 2001
Nazione:
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80

Talvolta capita che con tutta la miriade di band, underground e non, che popolano quello sconfinato universo che è il metal, si fatichi non poco a ricordare con precisione le caratteristiche peculiari di ognuna di esse; ma se di norma ciò è più che legittimo, con questi Nox Perpetua fate molta attenzione perchè non sarete giustificati! Il duo in questione non è il solito gruppo dalle discrete qualità e dalle altrettante discrete possibilità di successo ma qualcosa di molto meglio e il mio rammarico è di esserne venuto a conoscenza solo ora, in occasione del loro terzo demo autoprodotto: un lavoro che lascia letteralmente a bocca aperta.
Passi la goticheggiante e niente affatto banale copertina del grandioso Luis Royo, ad un primo impatto nulla lascerebbe presagire difronte a cosa l’ascoltatore si trovi realmente. I due giovani pugliesi propongono un sound originale, bizzarro e al tempo stesso semplicemente stupendo riassumibile come un delirante mix sinfonico di sonorità gothic death e fusion. Si, si, avete letto bene: fusion!
Analizzando la tracklist si nota come le canzoni siano “soltanto” cinque mentre il cd nello stereo continua a girare per la bellezza di oltre 52 minuti con una media a canzone decisamente alta che fa presagire una certa monotonia, stucchevolezza e tediosità.
Assolutamente niente di tutto questo per fortuna: i brani, studiati sotto ogni minimo aspetto, godono tutti di una ricchezza compositiva invidiabile che vede anche la presenza di strumenti singolari quali clarinetto e armonica.
Paragonarli a gruppi già esistenti sarebbe un’impresa davvero ardua che non porterebbe alcun risultato.
The Season Before… si accolla il compito di fare da opener e ci riesce nel migliore dei modi con un’incantevole parte introduttiva che con dolcezza scema sul travolgente turbinio sonoro che catapulta immediatamente sul pianeta Nox Perpetua.
E’ Giovanni Coppola il primo a farsi notare per via di un micidiale basswork, alquanto inconsueto, che riporta alla mente il geniale Victor Wooten; senza scomodare un simile mostro sacro, si deve comunque rendergli merito perchè riesce a trovare sempre elaborate soluzioni stilistiche che arricchiscono con originalità i brani donando loro un dinamismo fuori dal comune. Non è da meno Emilio De Biase, chitarrista e cantante, che viene fuori soprattutto a partire da Reflexes: granitici riff, uniti al continuo slapping di Giovanni, fanno da contorno ad un growling possente e maligno, alternato a dei solo speedy che d’improvviso diventano lenti e malinconici come pochi altri. Desert’s Messiah è una delle canzoni che preferisco di questo disco per la grande varietà che da atmosfere gothic/death la porta fino al confine con sonorità ambient, passando anche attraverso il folk.
Con DrugAlcoholic Cerebral Penetrations la band sfoggia un’inumana nonchalance nel riuscire a fondere porzioni prog con altre quasi rock, dove Emilio sembra rielaborare la lezione dell’eclettico Vai, e altre ancora in perfetto stile death con alcune addirittura fusion, portando ad un risultato che sembra voler seguire la scia dei sempiterni Cynic. Molto particolare ed ostica ad un primo ascolto, questa song, come d’altronde l’intero demo, risulta in seguito fantastica.
Un’altra perla l’abbiamo con l’autocelebrativa Nox Perpetua, piena di cambi di tempo, di articolati passaggi e di momenti molto malinconici che danno risalto al lato più gotico e decadente della band. Non mancano, anche qui, i giochi di prestigio, che il talentuoso Giovanni col suo sei corde è capace di creare, intervallandoli sempre a fasi sinfoniche molto suggestive. E proprio sulle ultime note di questa canzone si chiude questo stravagante TEET che nonostante la sua lunghezza scorre con una rapidità inverosimile. Unica sua pecca: la drum machine; bisogna infatti dire che se a tratti assume caratteri quasi normali e convincenti, in altri la sua leziosità e la sua artificiosità raggiungono livelli insopportabili: peccato!
Nox Perpetua: un nome da tenere bene a mente perchè sono sicuro ne sentiremo parlare ancora, magari in qualche negozio musicale: label siete avvisate!

Emilio “ARMiF3R” Sonno

Tracklist:

01. The Season Before…
02. Reflexes
03. Desert’s Messiah
04. DrugAlcoholic Cerebral Penetrations
05. Nox Perpetua

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