Recensione: The General’s Awakening

Di Enzo - 4 Gennaio 2003 - 0:00
The General’s Awakening
Band: Anthenora
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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80

Gran band! E’ questa la prima cosa che ho pensato ed esclamato nella mia mente all’ascolto di questo demo. Sono rimasto notevolmetne colpito da questi Anthenora e sinceramente, osservando l’orrendo artwork della copertina non mi aspettavo nulla di buono. Invece mi ritrovo in mano uno dei migliori demo che fino ad ora sia passato per le mie mani. La proposta musicale della band è un classicissimo heavy metal influenzato in maniera fondamentale dagli Iiron Maiden, strizzando anche l’occhio però a band tipiche del movimento power statunitense e tedesco. Ma torniamo al demo ed al suo contenuto.
Il lavoro si apre con Planet Jail, ed appare subito degna di nota la buona produzione, che mette in evidenza bene ogni strumento e la voce del singer. E, proprio il cantante, Luigi Bonansea, è l’altra immediata impressione positiva che ho avuto ascoltando il pezzo. Infatti interpreta alla grande il brano e sembra dotato di un grandissimo feeling, feeling che oggi molti singer stanno sempre più dimenticando alla ricerca di assurdi acuti e voci fin troppo pulite e cristalline. La voce in questione, invece, è grezza, ruvida, aggressiva. La timbrica vocale inoltre è assolutamente diversa da quella del grandioso singer (Dickinson) della loro band ispiratrice, gli Iron Maiden. Bonansea sembra infatti molto più ispirato, nell’interpretazione, a Paul Di Anno (quindi primo periodo dei Maiden). Tornando al brano, Planet Jail si attesta ad essere una hits del lavoro. I riff sono aggressivi e veloci quanto basta (mi ricordano anche lontane influenze di priestiana memoria), il ritornello è accattivante ed aggressivo con alcune influenze nel chorus provenienti sicuramente dal power metal di stampo americano degli anni 80. Il muro sonoro composto dai due chitarristi (Stefano Pomero e Gabriele Bruni) è massiccio e veloce, ottima la prova anche dell’impeccabile batteria di Fabio Smaro. La seguente Dark Horizon è influenzata in maniera molto maggiore dei lavori dei maestri della band, i Maiden ovviamente. Il brano scorre via sontuoso ed aggressivo, con l’ottima prova ancora una volta del singer Bonansea che da quel tocco di personalità ed aggressività in più al muro sonoro della song. Ottima e fine anche la prova del bassista Steve Balocco. La track successiva è The Savior, forse la più complessa e meditata, che mi riporta alla mente alcuni lavori dei primi Gamma Ray anche se sembra nettamente e principalmente influenzata dagli Iron Savior di Sielck; Iron Savior che gli Anthenora, anche leggendo il nome del pezzo, sembrano proprio voler “tributare”. Bellissimi e trascinanti ancora una volta i refrain, avvolgente il chorus. Chiude il lavoro Gemini, altra hits del disco a mio modo si vedere. La song è aperta da un riff maideniano che introduce la voce del singer, molto più cadenzata e meno aggressiva rispetto al precedente brano. Il refrain forse è quello di più facile presa, ma risulta alla fine ancora una volta bello, accattivante e vincente e che sicuramente avrà i suoi ottimi risultati in sede live. Ottimo l’assolo, complesso ed perfettamente eseguito (come d’altronde in ogni canzone del demo).
In conclusione assegno il voto più alto mai dato ad un demo da parte mia, nonchè il massimo che ad un demo possa dare. Consiglio ad ogni amante delle classiche sonorità che hanno reso grande l’heavy metal negli anni 80 di procurarsene una copia, potreste appassionarvi davvero e di cuore a queste 4 traccie. Una nota di demerito, anche se ininfluente al fine musicale e del giudizio globale, va comunque all’artwork della copertina, davvero brutta e scarna, ci vorrebbe qualcosa di più “loud”. Spero che gli Anthenora raggiungano traguardi musicali degni di nota che possano conferire loro un posto di rilievo nella scena underground. Le premesse ci sono davvero tutte.

Vincenzo “Enzo” Ferrara

tracklist:
Planet Jail
Dark Horizon
The Savior
Gemini

contatti: anthenora@yahoo.com

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