Recensione: The Great Nothing

Di Daniele D'Adamo - 30 Novembre 2021 - 0:00
The Great Nothing
Band: Nightland
Etichetta: Scarlet Records
Genere: Death 
Anno: 2021
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
80

2021 A.D.

Le sorprese non finiscono mai. In questo caso, si tratta dei Nightland, formazione italiana, e si sottolinea italiana, che, con il suo terzo full-length in carriera, “The Great Nothing”, mostra di possedere un elevatissimo livello tecnico-artistico in un campo in cui padroneggiano gli act scandinavi: il symphonic death metal.

L’LP, occorre sottolinearlo immediatamente, è un gigantesco contenitore di musica dalla potenza inverosimile, generata dal cozzo apocalittico fra l’aggressività del death metal e la pienezza di formidabili orchestrazioni.

È altrettanto chiaro che la proposta di Ludovico Cioffi e compagni non può essere dotata di specifica originalità, poiché i dettami del questo sottogenere del metallo della morte sono fissi e inamovibili, sennò si tenderebbe a scivolare verso altre fattispecie musicali che fanno della sinfonia il proprio lievito fecondante. Tuttavia, malgrado ciò, i Nightland vivono di vita propria, avendo ottenuto nel corso degli anni uno stile perfettamente rifinito in ogni dettaglio, adulto e maturo per poter affrontare senza alcuna remora i marosi del mercato internazionale. Viaggio reso possibile anche dall’appartenenza a una etichetta, anch’essa nostrana, come la Scarlet Records, in grado di sostenere la genialità del quartetto delle Marche.

La fedeltà al marchio di fabbrica del symphonic death metal non è da interpretarsi come un difetto. Anzi, avendo messo così bene a fuoco il proprio sound, i Nostri si sono potuti concentrare sulle singole canzoni. Che, quasi inaspettatamente, data la provenienza geografica e i conseguenti pregiudizi, si rivelano un insieme di ghiottonerie da gustare per ore e ore. Quella di curare al dettaglio il songwriting, a parere di chi scrive, si tratta di una scelta vincente, poiché “The Great Nothing” è un disco di cui si conosce subito il flavour, il mood, ma che regala brani uno migliore dell’altro. Ma, soprattutto, ben diversi l’uno dall’altro, atti ad attivare una famelica curiosità su ciò che verrà. Perché, sicuramente, sarà qualcosa di sorprendente, di irresistibilmente interessante. Qualcosa che si infilerà nella mente per viaggiare alla velocità della luce, e quindi del pensiero, fra i pianeti, i soli, le galassie; derivando dai buchi neri per la meravigliosa scoperta del Vuoto Cosmico. Volume pressoché infinito nel quale s’incontrano radi atomi e nei quali si può lasciare andare l’Io libero di fluttuare indefinitamente nel nulla.

E questo, non potendo fare a meno di prendere atto della grandiosa forza visionaria di una musica dal taglio fortemente atmosferico, quasi cinematografico. Cioffi percorre le linee vocali con un roco growling, piuttosto feroce ma non troppo, sì da risultare intelligibile. Linee vocali che si intersecano continuamente con maestosi cori, per un impatto frontale durissimo il cui metallo di spinta ha i contorni luccicanti dell’oro. Cioffi che, oltre a mulinare la sei corde, inventa partiture orchestrali il cui livello musicale è davvero altissimo per pienezza, coralità e armoniosità. Con due chitarre a disposizione (Brendan Paolini), peraltro, il combo di Pesaro produce un suono immane, poderoso, a volte travolgente grazie alla spinta dei blast-beats di Filippo Cicoria. Filippo Scrima, senza strafare, funge da solida base a sostegno di tracce assolutamente straordinarie.

Tracce fra i quali non esiste nemmeno un secondo di vuoto, nemmeno un istante di indecisione, tantomeno un anonimo riempitivo. Uno per l’altro sono il massimo che si possa ottenere con il genere trattato, semplicemente. Suite (‘Shade of a Lowering Star’) e trittico (‘The Great Nothing, pt. 1: Of Seeking and Straying’, ‘The Great Nothing, pt. 2: The Reliever’, ‘The Great Nothing, pt. 3: Pursuers of Absolution’) sono esemplificativi di una sterminata capacità di mettere assieme migliaia di note e accordi nel miglior modo possibile. E questo clamoroso talento compositivo trova l’acme nella meravigliosa strumentale ‘101 Megaparsecs’. Il livello della tensione emotiva si alza ancora, semmai possibile, per far sì che si chiudano gli occhi per lasciarsi andare assieme alle mirabili sferzate di musica classica che, come idea, raffigurano un pianeta, vivo, splendente, colore blu profondo, sparso chissà dove nell’Infinito, ove terminare il viaggio terreno e, quindi, elevarsi verso un ordine di esistenza superiore.

“The Great Nothing” è imperdibile. Deve esserlo. Non solo per i metaller ma anche per gli appassionati della musica a tutto tondo. E i Nightland… incredibili!

Daniele “dani66” D’Adamo

Ultimi album di Nightland

Band: Nightland
Genere: Death 
Anno: 2021
80