Recensione: The Hanged Man

Di - 9 Ottobre 2008 - 0:00
The Hanged Man
Band: Hollow Haze
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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70

Dopo un rivoluzionamento di line-up gli Hollow Haze dell’ex White Skull BB Nick Savio si ripresentano sul mercato a due anni di distanza dal debutto omonimo, allora targato My Graveyard Productions. Il nuovo capitolo The Hanged Man, infatti, segna anche il passaggio alla Gatti Promotion. In fase di recensione del Loro esordio, sempre su TrueMetal, lamentai una certa mancanza di potenza nel prodotto finito, mi accingo quindi con interesse a valutare questo ulteriore capitolo su dischetto ottico. Come da intenzioni della band, il suono viene definito come il punto d’incontro fra l’HM, l’Hard Rock e il Dark.

La proposta del combo tricolore è molto variegata: come da dichiarazioni spazia attraverso uno spettro musicale ampio e mediamente richiede ripetuti ascolti per spiccare davvero il volo. Gli undici episodi racchiusi nel disco godono della timbrica aggressiva di Ivan Rave, che esibisce senza ombra di dubbio un buon biglietto da visita, così come il resto della band dimostra di essere all’altezza del monicker Hollow Haze.

Tra una svisata a la Savatage e un ammiccamento ai Queensryche, gli oltre cinquantacinque minuti di The Hanged Man si sviluppano attraverso riff di chiara discendenza Nwobhm e scappatelle in territori Hard adulti: Dream Theater, Blue Murder e London su tutti. Da segnalare i passaggi ipnotici della seconda parte di Coming Back, il chorus diretto e massiccio di Breathless, l’immediatezza heavy metal della coppia Pretender/Final Contest e l’oscura sensualità liquida all’interno di Dark, ultimo pezzo del lotto. Viceversa non convince appieno la ballad obbligatoria Senses Roam, alla quale manca il giusto appeal per colpire davvero.       

E’ valsa comunque la pena di attendere due anni dal disco precedente: gli Hollow Haze suonano incisivi quanto basta e hanno aggiunto la sana dose di potenza al loro approccio che è moderno, si, senza però scordarsi del grande passato che ha segnato le tacche della sei corde del veterano Nick Savio.

Stefano “Steven Rich” Ricetti 
    

Tracklist:
01. Easy Road
02. Burnt Desire
03. Coming Back
04. Breathless
05. Pretender
06. Waiting
07. Final Contest
08. Senses Roam
09. Lonely Dreamer
10. Illusion Around
11. Dark

Line-up:
Ivan Rave: Voce
Nick Savio: Chitarra
Simon Scar: Tastiere
Max Cassol: Basso
Fabio Perini: Batteria

 

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