Recensione: The Last Day

Di Luca Recordati - 30 Giugno 2020 - 10:45
The Last Day
Etichetta: Haissem
Genere: Thrash 
Anno: 1987
Nazione:
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75

Nel 1987 esce “The Last Day” unico album dei canadesi Messiah Force. A trent’anni esatti di distanza, la No Remorse Records riedita questa gemma di speed/U.S. Power metal in una special 30th anniversary edition (se la cercate sul loro sito, non la troverete più).

La band si inserisce sulla scia dei ben più famosi Warlock di Doro Pesch e dei Chastain di Leather Leone, grazie all’apporto di Lynn Renaud, che predilige una performance melodica, ma allo stesso tempo carica di acuti, che non infastidiscono. Non si è dato il giusto merito alla cantante, soltanto perché questo risulterà il loro unico album all’attivo.

Musicalmente, i Messiah Force si inseriscono nel panorama speed, infatti basta ascoltare i riff di chitarra e la batteria, che, come vuole il genere, risulta abbastanza banale e anche mal registrata, anche se questo non scalfisce il resto della produzione. Le loro influenze non si fermano soltanto al genere speed, ma si rifanno involontariamente, visto l’anno di uscita, a quei ben più famosi gruppi citati prima, che si inseriscono perfettamente nel panorama dello U.S power metal: riff tirati, quasi thrash, in una cornice melodica data appunto dalla voce suadente della Renaud. Altre influenze che vengono in mente sono gli Abbatoir, gli ADX e i Savage Grace.

“The Sequel”, “Call from The Night”, “White Night” e “Hero’s Saga” sono nettamente i migliori brani, perché hanno riff melodici che si stamperanno in testa; i ritornelli poi verrebbe voglia di cantarli. Come ho avuto modo di accennare prima, la batteria è abbastanza monocorde, con la doppia cassa che è standardizzata su tutte le tracce, cosa comune in tutti i gruppi speed; anche qui non ci si discosta da questo cliché, se non altro per la traccia “Silver Tyrant” in cui sono presenti variazioni sul tema. “The Last Day” è probabilmente la loro traccia più dark e quella più “lenta”, se mi passate il termine. Le rimanenti tre tracce non aggiungono molto.

Questo è di sicuro un album sottovalutato, che tutti gli amanti dell’U.S. Power metal di matrice Savage Grace, Agent Steel, Chastain etc. potranno apprezzare e riscoprire, perché la voce della Renaud è la vera chicca. Se fossimo ancora nel 2017 vi direi di andare a colpo sicuro e di prendere l’edizione della No Remorse Records. Ora vi consiglio di cercarlo attentamente nei mercatini metal.

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