Recensione: The Last Rager

Di Andrea Bacigalupo - 22 Ottobre 2019 - 22:57
The Last Rager
Etichetta:
Genere: Thrash 
Anno: 2019
Nazione:
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68

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Dopo poco più di due anni dall’uscita dell’ultimo album ‘Slime and Punishment’, seguito da due split, uno con gli Exodus e l’altro di nuovo con gli Exodus insieme ai Possessed, ai Katakliysm e ai Corrosion of Conformity (nomi mica da niente direi …) tornano a farsi sentire i Municipal Waste, questa volta con il … solito Trash Metal / Crossover alla Nuclear Assault e Stormtroopers of Death.

Lo fanno con un Extended Play di quattro pezzi, della durata complessiva di una decina di minuti, disponibile via Nuclear Blast dall’11 ottobre 2019.

Il sound non cambia di una virgola, sono sempre loro ed il mini album è, in pratica, un’estensione di ‘Slime and Punishment’, con quattro tracce dirette, coincise, feroci, essenziali e selvagge; la leggera deviazione di ‘Massive Aggressive’ del 2009, dai toni più foschi e meno ‘tirati’, è bella che dimenticata.

Energia esplosiva, tanto Metal al quadrato e tanto Hardore concentrati in un lampo, questo è ‘The Last Rager’.

Wake of Death’ è un potente tempo medio trascinante, uno strumentale al quale sono aggiunti cori incisivi e determinati. La parte Metal dei Municipal Waste è ben espressa, soprattutto nel coinvolgente assolo di chitarra.

Car-Nivore (Street Meat)’ continua sulla stessa andatura per poi esplodere ed accelerare allo spasimo. I Nuclear Assault strizzano l’occhio ed i Municipal Waste raccolgono e vanno giù a rotta di collo, senza pause, cattivi come l’aglio.

Rum for Your Life’ è da headbanging sfrenato, anch’essa è velocissima, con un assolo coinvolgente e smodato.

The Last Rager’, l’ultima traccia che dà il titolo all’EP, pesta come un maglio su un’incudine con la sua cadenza irascibile, frammentata da accelerazioni incandescenti ed abrasive.

Un mini album che, se visto sotto il profilo dell’originalità musicale non dice niente: ritornando ancora una volta ai Nuclear Assault, facevano questo già negli anni ’80, con altre preoccupazioni sociali perché i tempi erano diversi, ma esprimendole con lo stesso sound. Certo se la vediamo solo così allora chiudiamo in una scatola la maggior parte dei dischi di questo strabiliante genere e la finiamo lì.

Se invece teniamo conto dei messaggi di contestazione che il movimento Crossover lancia nel modo più schietto, caustico, sfrenato e senza mezzi termini, vediamo che c’è di più, che le trame musicali che accompagnano i contenuti non possono che essere quelle.

Per cui va bene che ci siano i Municipal Waste, che continuino a suonare, a farci divertire ed, anche, a farci un po’ riflettere.  

Speriamo che ‘The Last Rager’ sia precursore di un buon nuovo album.

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