Recensione: The Perfect Symbiosis

Di Stefano Risso - 26 Giugno 2007 - 0:00
The Perfect Symbiosis
Band: Ophydian
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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80

Un interessantissimo debutto per i torinesi Ophydian, The Perfect Symbiosis è
un disco dalle molteplici sfaccettature, che imbocca la strada della
contaminazione tra generi senza mai perdere il filo conduttore dell’opera,
presentandoci un lavoro complesso ma nello stesso tempo accattivante e facile da
ascoltare.

La simbiosi suggerita dal titolo non sarà perfetta, ma la commistione tra la
sfera “metallica” e della sfera melodica voluta dagli Ophydian è sicuramente
molto ben riuscita, grazie a un’ispirazione molto felice in fase di scrittura,
in grado di non calcare eccessivamente la mano laddove i brani si fanno più intricati e
imprevedibili e dando il giusto peso a soluzioni dalla presa immediata.
Ascoltando The Perfect Symbiosis si ha l’idea che i nostri siano partiti
inizialmente con l’intento di sviluppare al meglio ritmiche e linee melodiche dei brani in scaletta,
arricchendoli via via di tutti gli elementi che caratterizzano il sound degli
Ophydian, scongiurando in questo modo il pericolo di trovarsi di fronte a
strutture slegate, e inserite senza un perchè all’interno delle canzoni.

Una base di thrash metal, rivisitato in chiave moderna, che abbraccia melodie
rock, richiami crossover, elettronica, dando vita a composizioni multiformi, in
cui tutte queste influenze riescono a ritagliarsi uno spazio ben preciso. In
brani come Deception, o One Second Emotion si passa dall’aggressività propria
del metal grazie a chitarre affilate e precise, a frangenti più pacati,
introspettivi, ma all’occorrenza anche molto accattivanti e melodici, come in
Snake Eyes, o Lead My Moves. In tutto questo gioca un ruolo importante la
versatilità della voce di Gianluca Carcangiu, molto bravo ad adattare il proprio
registro ai diversi momenti del disco, senza dimenticare il lavoro encomiabile
di tutta la band, che, caso molto raro, è rimasta immutata dalla nascita,
mostrando in questo modo un affiatamento molto buono. Un disco versatile che
risulta particolarmente difficile da spiegare a parole, a tratti imprevedibile
ma sempre condotto entro i limiti del buon gusto, dell’ascolto immediato (ma non
banale, tutt’altro) che permette di scoprire la notevole sensibilità degli
Ophydian nel saper giocare con influenze ed emozioni. Sensibilità che si
apprezza ulteriormente grazie a brani contrastanti come la quinta pacata Frozen Cries, con una
bellissima anima southern, e la conclusiva Replace Myself, con linee vocali così
efficaci che vi rimarranno in mente a lungo.

Buonissimi contenuti supportati da una produzione ai vertici delle uscite
nostrane (relativa a band emergenti/debuttanti, e non solo), potente e precisa,
in cui tutti gli strumenti si percepiscono distintamente durante l’ascolto. Non
mi rimane altro da aggiungere, se non invitare tutti gli amanti della buona
musica -senza la spocchia tipica del metallaro medio- a dare una possibilità a
The Perfect Symbiosis.

Stefano Risso

Tracklist:

  1. Deception (mp3)
  2. One Second Emotion
  3. In-Joke (mp3)
  4. Snake Eyes
  5. Frozen Cries
  6. Re-Born (mp3)
  7. The Beginning Of (Nothing)
  8. Actors Of Nothing
  9. Lead My Moves
  10. Modulation Silence
  11. Replace Myself (mp3)

 

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