Recensione: The Red Flame Of Pain

Di - 1 Luglio 2010 - 0:00
The Red Flame Of Pain
Band: Wyvern
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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70

L’etichetta Jolly Roger Records di Antonio Keller concede una variante alla propria politica di valorizzazione e diffusione dell’HM in lingua italiana fatto da band italiane e fa uscire sul mercato The Red Flame Of Pain, a oggi l’unico full length ufficiale dei parmensi Wyvern. Originariamente targato 1989 e marchiato Veronica Label, l’album viene ora riproposto tramite una nuova grafica con copertina rivisitata – ma non stravolta – in versione rimasterizzata e accompagnato da un degno booklet, come da ormai consolidata tradizione modenese, con tutti i testi dei brani e le foto del gruppo, a colori e in bianco e nero.     

Proprio il look dei cinque richiama l’inequivocabilità della Loro proposta: borchie a go-gò, gilet di jeans scoloriti da mille battaglie a suon di watt, inserti leopardati, pelle, cuoio e toppe d’ordinanza. Un vero piacere per gli occhi, ancora oggi, gustarsi le immagini di musicisti che credono fino in fondo in quello che fanno e non si pongono menate di sorta per dimostrarlo, rischiando di passare per quelli “fuori tempo massimo” nei confronti di una certa critica modernista, viceversa affermando la propria dedizione per l’heavy metal più ortodosso.

The Red Flame Of Pain, più di vent’anni fa, fu il parto discografico dei Wyvern dopo che i Nostri sfornarono due demo intitolati Wyvern e Back To The Ancient Rage. Con la Nwobhm ormai definitivamente alle spalle e i nuovi corsi del Metallo anni Ottanta ben assestati su posizioni di assoluto rilevo, in epoca pre-esplosione Grunge, i cinque true metaller da Parma trasformano in note le influenze che per lo più determinavano il modus vivendi dell’HM tradizionale di allora. Quindi forti spinte dalla vecchia Prussia senza assolutamente dimenticare la lezione sacra e inviolabile dei leoni d’oltremanica.

Apre il disco Wyvern, brano dall’incedere epico nei primi passaggi, per poi tramutarsi in un inno votato a rappresentare l’amore agli Helloween del primo periodo, quando con Michael Kiske dietro il microfono costituivano una delle vette dell’heavy’n’power mondiale. Come i tedeschi, i Nostri, negli otto minuti e mezzo a disposizione, non lesinano cambi di tempo, accelerate e una sezione ritmica con i controattributi. Behind Bars poggia la propria struttura su schitarrate aperte e, oltre a segnare l’highlight dell’album, mesce a dovere potenza, velocità e hook, riuscendo a stupire dalla ¾ in su, quando le atmosfere si impossessano del focus, fino all’irrompere del refrain che ne spezza, a ragione l’incantesimo. L’anima dolce dei Wyvern esplode nella lunga ballad It’s a Waste of Time, un brano impegnativo che disperde purtroppo parte delle Sue potenzialità nell’eccessiva durata.

In Fight For Your Life è ancora una volta l’heavy metal purissimo di marca veloce a trionfare, con un Fabio Bonaccorsi vicinissimo a Claudio Pisoni degli Skanners nell’interpretazione canora, per un brano che comunque, di suo, richiama moltissimo gli altoatesini, per metrica e impostazione. La pausa dopo la tempesta si chiama Prophecy, un’intrigante strumentale, così come la successiva e vivace …And The End… presenta anch’essa i Wyvern nella Loro veste senza cantato. Chiude il Cd, in crescendo massimo, Adolescent Sex, una traccia classica che si rifà alla Nwobhm più dura e violenta, fra assoli, urla e tanto, tanto HM in mezzo alle gengive.          
               
Inquadrare The Red Flame Of Pain all’interno del mercato odierno risulta quantomeno ostico: a livello di resa sonora la qualità media dei demo odierni supera di gran lunga quella del disco dei Wyvern ma lo spirito di un’uscita come questa obbligatoriamente travalica il concetto di mero ascolto. L’album rappresenta la realizzazione fisica e tangibile di una storia musicale italiana fatta di sacrifici, scazzi, sudore, sangue, vittorie e delusioni che merita il massimo rispetto.

A questo punto, è opportuno sperare che il combo emiliano, tuttora attivo, prenda spunto da questa release per pubblicare altre cose tenute ufficialmente chiuse nel cassetto fino a ora con, magari, l’aggiunta di qualche opportuno inedito.

Stefano “Steven Rich” Ricetti

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Tracklist:
1. Wyvern
2. Behind Bars
3. It’s a Waste of Time
4. Fight For Your Life
5. Prophecy
6. …And The End…
7. Adolescent Sex

Line-up:
Fausto Tinello – basso
Sandro Belledi – chitarra
Giorgio Comella – chitarra
Fabio Bonaccorsi – voce
Fabrizio Bernardi – batteria

 

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