Recensione: The Spiritual Decline
A prima vista, The Spiritual Decline dei fiorentini Suicidal Causticity potrebbe trarre in inganno: copertina gore, logo incomprensibile, titoli e testi decisamente splatter. Qualsiasi appassionato si aspetterebbe un contenuto tendente al grind o al più pachidermico slam, eppure la proposta di questa nuova interessante realtà italiana edita dall’altrettanto giovane Ghastly Music si inserisce in un filone più leggero (per modo di dire), ossia quello del brutal death metal, genere che ultimamente ha visto l’Italia in ottima forma e protagonista, almeno a livello underground (basti pensare ad act quali Antropofagus, Hideous Divinity, Logic Of Denial e ovviamente ai più celebri Hour Of Penance). Più volte chi scrive si è prodigato a favore della scena italiana, davvero impressionante in quanto a qualità e quantità, tanto vale, quindi, partire subito in quarta con l’analisi di questa uscita (già da diverso tempo disponibile, tra l’altro) che, diciamolo subito, convince pienamente.
L’apertura è affidata a A Suicidal Causticity, che nomen omen, non può che rappresentare al meglio la proposta della band: un’efferata aggressione sonora, brutale ma niente affatto ignorante, non priva di spunti tecnici senza cadere comunque nell’onanismo. Non mancano stacchi e ripartenze, evitando comunque stereotipati breakdown e, come ciliegina sulla torta, una fase solistica di slayeriana memoria che mostra come il background della band sia ben ancorato anche nei classici. Oltretutto, diverse scelte metriche fanno sì che il pezzo rimanga impresso abbastanza facilmente, benché non si possa chiaramente parlare di una traccia orecchiabile tout-court. Menzione opportuna anche per Orphan Of Any Human Lineaments, dove ha modo di mettersi in luce grazie ad una serie di pattern assolutamente imprevedibili il batterista Thomas Passanisi (altro nome da tenere d’occhio nella sempre più promettente fauna di picchiatori di pelli italiani) e colpisce anche Pedophagist, che oltre al solito gioco di assalti e ripartenze, si fa notare grazie ad uno stacco molto accattivante verso la metà del pezzo.
Arrivati alla metà del lavoro un aspetto pare chiaro: ciò che differenzia in modo più significativo i Suicidal Causticity dalla gran parte dei gruppi brutal è che i Nostri non si limitano a calare sulle orecchie dell’ascoltatore un blocco unico e monocorde di violenza sonora, ma riescono nel difficile tentativo di offrire continue variazioni sul tema portante, diversificando così la proposta, rendendola interessante e mai noiosa.
Produzione ben poco sintetica, fortunatamente, di matrice old school e decisamente personale, una volta tanto: dietro la consolle si è seduto il bassista Dario Lastrucci, che ha avuto il merito, tra le altre cose, di far risaltare anche il proprio strumento, spesso troppo nascosto nel mix di molte uscite dello stesso genere, come ad esempio in Eradication Of The Future Progeny, interessante anche per un flavour thrash e una fase solistica abbastanza ricercata.
Come si diceva poco sopra, i testi, a cura del vocalist Nikolas “Gorgo” Bruni, sono tutti di stampo gore e impressionano per la cinica e ricercata precisione. Il growling, come da manuale, è profondo e oscuro e ben si contrappone alla fase strumentale più eclettica: ancora in questo senso, tutto da ascoltare l’attacco di Decanting Your Intestine, esplosivo e che per vigore e dinamismo può far pensare ai Vio-lence dei tempi d’oro. A chiudere, Involutional Dynamics Of The Corporeal Mass, caratterizzata tra le altre cose, da un lavoro di basso nuovamente degno di menzione.
Ottimo esordio per i Suicidal Causticity, dunque. L’ascolto di The Spiritual Decline è ovviamente suggerito agli amanti del genere, ma a prescindere delle etichette, la band è stata capace di confezionare un lavoro molto “metal”, ricco di spunti interessanti a livello compositivo e di arrangiamenti. Chi scrive è pienamente convinto che una nuova realtà tutta da seguire è nata all’interno del panorama estremo tricolore.
Vittorio “Vittorio” Cafiero
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