Recensione: The Will of Evil

Di Matteo Pedretti - 8 Giugno 2021 - 7:00
The Will of Evil
70

Che la Liguria e il suo Capoluogo siano, da sempre, terre di grande fermento musicale è noto. Basti pensare alla scena Death/Trash con nomi come Necrodeath e Sadist, al movimento Doom che va dagli antesignani Zess agli Abysmal Grief, passando per Malombra e Tony Tears, o al Prog Rock oscuro de Il Segno del Comando e del Ballo Delle Castagne.

Per certi versi si ritrova molto di questa tradizione in “The Will of Evil”, LP di debutto di Julia And The Roofers. Innanzitutto perché la band genovese ha all’attivo, dietro alle pelli, Peso – al secolo Marco Pesenti – batterista dei nuclei originari dei Necrodeath (di cui fa ancora parte in qualità di unico superstite della line up del periodo 1985-1990) e dei Sadist (con cui incise alcuni demo e i primi due full lenght). Nonostante la presenza di un componente di tale caratura, è giusto sottolineare come la formazione ruoti intorno alla figura della cantante e bassista Julia (Giulia Moladori), autrice di testi e musica. Completa il trio Ranza, che si occupa di chitarre, sitar e tastiere.

Altro aspetto che rimanda al retaggio musicale ligure è rappresentato dalle venature oscure che caratterizzano questa proposta e che sono uno dei principali elementi distintivi dei gruppi Doom e Prog sopra citati. Lo stile di Julia, infatti, è un Hard Rock dalle sfumature Blues (riscontrabili soprattutto nell’impostazione vocale) e dal gusto vintage, con un riffing orientato, oltre che ai Led Zeppelin, anche al Proto Metal e al Doom. Probabilmente è proprio per via di questa liaison con il Metal old school che “The Will of Evil” è uscito per la nostrana Diamonds Prod., sulla cui pagina web campeggia una vera e propria dichiarazione d’intenti: “Diamonds Prod. focuses on True Metal without compromises! … !!! no crossover, modern, new, alternative “so called” metal!!!”.

L’album è stato registrato, mixato e masterizzato da Pier Gonella (chitarrista dei Necrodeath) ai Musicart Studio di Rapallo (GE) tra l’autunno 2020 e l’inverno 2021. Il suono, pur essendo pieno e pulito, si caratterizza per un’impostazione retro.

“River” assicura una partenza d’impatto all’insegna di un Hard Rock settantiano dai riff gonfi e Doom oriented; sulla ¾ il pezzo apre alla psichedelia, con un risultato accostabile ai lavori dei finlandesi Jess And The Ancient Ones. L’introduzione della successiva “Summer (Seems so Easy)” è affidata a un sitar, dopodiché il brano entra nel vivo frapponendo strofe intimiste a ritornelli intensi, trainati dalla potente e convincente prestazione vocale di Julia. Il delicato connubio tra voce e chitarra acustica che introduce “Sound of Evil” lascia presto spazio a una band al completo (con Pier Gonella ospite alla lead guitar) che alterna cavalcate Rock-Doom a passaggi più morbidi e dal piglio evocativo.

Si prosegue con il Rock cupo di “Come to an End” e con gli eleganti arrangiamenti di “Eros & Thanatos”, decisamente atmosferica – grazie a un cantato delicato che si posa su note arpeggiate – prima di entrare nel territorio tipicamente Doom della sezione finale. Il riffing cadenzato della breve e diretta “The Rope”, di matrice Proto Metal, richiama alla mente i Pentagram, mentre “Gardens”, in cui riecheggiano echi del Seattle sound, è un passaggio morbido arricchito da effetti vagamente Psych e dalle linee vocali catchy dei ritornelli. L’album si chiude con una doppietta Retro Rock sulle note di “Down in the Net!” e “Bones”.

“The Will of Evil” è un esordio interessante, sia sotto il profilo tecnico che compositivo. Risaltano, in particolare, l’abilità dimostrata da Julia nel songwriting e nella prestazione vocale, forse il principale punto di forza del platter. Trattandosi di una proposta particolarmente adatta alla dimensione live, speriamo di poter vedere quanto prima Julia And The Roofers dal vivo per conoscere meglio questa nuova realtà.

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