Recensione: Then Nothing

Di Giuseppe Abazia - 2 Febbraio 2010 - 0:00
Then Nothing
Band: Elsewhere
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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63

Gli Elsewhere sono una giovane band proveniente da L’Aquila, già autrice, nel 2007, di un promo denominato Between The Arms Of The Unknown; reduci, come tanti loro concittadini, dalla tragedia del terremoto che ha colpito parte dell’Abruzzo alcuni mesi orsono, i nostri non si sono dati per vinti, non hanno mai gettato la spugna, e hanno portato a completamento il loro secondo EP, Then Nothing. Un primo plauso, quindi, va alla tenacia di questi ragazzi, capaci di continuare a coltivare – pur tra mille difficoltà – la propria passione per la musica, e concretizzare i loro sforzi nel dischetto che ci accingiamo ad analizzare.

La seconda nota di merito va alla complessità della proposta da loro scelta: etichettabile come un ibrido fra doom e gothic metal, il sound degli Elsewhere si distingue per la sua ricercatezza strutturale, per il suo spiccato gusto melodico, e per l’ottima esecuzione strumentistica. Le canzoni si snodano fra sezioni più veloci, sostenute da un drumming preciso e vario e da interessanti partiture di chitarra solista, fra passaggi più cadenzati e tipicamente doom, ed intermezzi di pianoforte e tastiere estremamente evocativi. Il fluire della musica è scorrevole, le canzoni sono arrangiate con evidente competenza, ed ascoltando il lavoro nel suo complesso traspaiono chiare la passione e la cura profusi nella sua realizzazione. A livello contenutistico, Then Nothing si propone di esplorare il rapporto fra l’uomo e la morte, articolandolo in tematiche quali la difficoltà di affrontare una malattia, l’angoscia esistenziale, e l’enigma della fine.

Purtroppo, però, non tutto è riuscito per il meglio, e c’è un anello debole a impedire a Then Nothing di meritare votazioni più generose e lodi più decise: il cantato, costituito sia da voce pulita (largamente prevalente) che da growl. L’esecuzione vocale pulita lascia molto a desiderare per scioltezza ed intonazione, risultando spesso forzata, imprecisa, e stridente col resto della musica; molto meglio, invece, il growl, che pur mostrando qualche piccola incertezza qui e lì, riesce ad essere abbastanza profondo e potente, oltre ad avere il pregio di assomigliare a quello di Nick Holmes (Paradise Lost) nei primi anni ’90. Tuttavia, la bontà del growl non basta a redimere un’interpretazione pulita decisamente inadeguata e sopra le righe.

Insomma, molte luci in questo Then Nothing, ma anche un’ombra che non permette agli Elsewhere di essere alla pari con le nuove realtà che in questo periodo stanno popolando la scena doom italiana; le qualità non mancano, il songwriting è di buona fattura, la produzione è eccellente… ma il comparto vocale è assolutamente da rivedere. Promossi “con debito”, stavolta: gli Elsewhere sono da scesi in campo solo da poco, e sicuramente avranno tempo e modo di migliorare e limare le imperfezioni.

Giuseppe Abazia

Tracklist

01 – A Worthless Corpse (14:47)
02 – Forsaking (07:12)
03 – We Are Water (10:36)

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