Recensione: Thrash Notes
Thrash metal vecchio stampo quello dei tedeschi Abandoned che, arrivano al debutto ufficiale pubblicando gli undici pezzi che compongono il qui presente Thrash Notes.
Chi di voi ha avuto modo di gustarseli allo scorso Wacken Open Air, Earthshaker Fest o Rock Hard Open Air?
Le entusiastiche reazioni e i sensazionali commenti (soprattutto in madrepatria dove godono di una popolarità non indifferente) non hanno messo sotto pressione la band di Darmstadt che si è concentrata iniettando la giusta dose di tranquillità in modo da uscire sul mercato con un prodotto del quale andare assolutamente fieri.
Un piccolo passo indietro ci riporta nel 2003 ed alla prima produzione “Misanthrope” premiato come demo del mese dal magazine tedesco Rock Hard. Nel tardo 2005, le registrazioni di Thrash Notes agli Hammer Music Studios e sugli scaffali dei market europei a partire dal 20 febbraio 2006.
La produzione retrò (fin troppo) è il primo particolare sul quale porre l’attenzione, il disco suona davvero come fosse uscito da una ventina d’anni e la batteria, a tratti casalinga, è lo strumento che più di tutti focalizza una scelta di sicuro effetto, se positivo o negativo beh, giudicatelo voi tenendo conto che, al sottoscritto, è sembrata una soluzione rischiosa ma, tutto sommato vincente.
Il tempo di adattare l’orecchio per via di quanto appena enunciato e non ci resta che tuffarci in una sorta di tributo agli Slayer che furono, esatto, gli Abandoned si ispirano totalmente a quel thrash bay-area senza citare nemmeno lontanamente quello di scuola teutonica, quasi a rinnegare le proprie origini.
Poco male, perché brani come l’iniziale The Oncoming Storm o la centrale Phoenix Rise incorporano tutti gli elementi che hanno reso storico questo genere e, tra micidiali duelli di chitarra e killer-riffs ci si accorge quanto la voce del bravo Kalli (cantante e chitarrista) tenti di avvicinarsi, il più delle volte, a quella del ben più conosciuto Tom Araya e, in tutta onestà, ci riesce senza sconfinare in una sorta di esagerata e tendenziosa emulazione.
La personalità, come avrete intuito, è una componente che su Thrash Notes non è sempre rimarcata del resto, il genere non si presta a stravolgimenti di turno: gli Abandoned attingono a piene mani dagli anni 80’, e il loro sound si inchina al cospetto di quel thrash che definirei epocale.
Demonic e Hell is Home appaiono come fossero b-sides dell’immortale Reign in Blood e si lasciano godere nonostante una ripetitività nel songwriting a volte scarno e poco vario.
Se siete nostalgici di un certo tipo di metallo date una chance a questi ragazzi, si sono adagiati su una linea spazio-temporale che non è quella contemporanea e, questa peculiarità, potrebbe fare la felicità di parecchi old-thashers tenendo conto che, i loro margini di miglioramento sono ampi e hanno, pertanto, molta strada ancora da percorrere.
Gaetano “Knightrider” Loffredo
Tracklist:
1.The Oncoming Storm
2.Return To One
3.Take the Spell
4.Holy Terror
5.Breed Machine
6.Phoenix Rise
7.Pay the Dues
8.Demonic
9.Hell is Home
10.You’re Going Down!
11.Nightmares