Recensione: Thunderdome

Di Matteo Lasagni - 14 Ottobre 2005 - 0:00
Thunderdome
Band: Thunderdome
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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65

Partiamo subito con le doverose presentazioni. I Thunderdome sono una band romana attiva già dal 2001, che al contrario di molte giovani act ha preferito concentrarsi sulla produzione di un bagaglio di pezzi propri invece che sfiancarsi in giro per i vari locali a suonare cover di gruppi famosi. Da questa scelta ben precisa scaturisce un demo di 4 tracce, una specie di riassunto delle loro attuali potenzialità. Il genere in questione non riconduce a nessun filone in particolare ma si presenta come la summa di tanti stili differenti, a partire da una solida base power, per poi trovarsi alle prese con passaggi più progressivi o altri maggiormente hard rock oriented. Il tutto viene poi irrorato da cospicue iniezioni tastieristiche che sicuramente rappresentano uno dei punti forti della proposta. I nomi di riferimento potrebbero essere davvero tanti, potrei citarvi Labyrinth, Helloween, Secret Sphere e Shadows Of Steel, oltre ai soliti Iron Maiden, tanto per dare un’idea più precisa di cosa andremo a trattare. In effetti a suggellare queste mie premesse ci sono diversi fattori, primo fra tutti la voce di Patrizio Izzo, pulita e piuttosto duttile, che ricorda da vicino quella di un altro singer italico piuttosto conosciuto, il valido Ramon Messina, dei sopracitati Secret Sphere. Dal punto di vista strumentale oltre alle già nominate keyboards del bravo Sandro Manicone, va sottolineato come il gruppo sembri già piuttosto rodato e compatto, anche se non mancano alcuni difetti di gioventù. I continui cambi di tempo infatti, uniti ad una scarsa linearità dei brani, se da un lato aumentano il tasso tecnico del cd, dall’altro limitano l’appetibilità di una realease che con qualche soluzione più diretta e “conquistatrice” avrebbe potuto colpire maggiormente. La produzione, trattandosi di un demo, è assolutamente dignitosa e nonostante un guitar-sound un po’ troppo in sordina, si lascia ascoltare senza problemi.

Per quanto concerne i singoli brani, l’apripista  Born From The Dark parte molto bene grazie ad una riuscita intro a metà fra Iron e i Gamma Ray di Powerplant, per poi esplodere in un possente assalto sonoro, ottima iniezione di fiducia per il sottoscritto. Il brano poi si snoda attraverso tempi alterni per culminare in un chorus melodico, ma piuttosto particolare, che sinceramente non fa gridare al miracolo, ma che comunque si sposa bene col resto della track. La successiva Sail Away è invece per me il vero piatto forte del menù!  Splendide le dolci linee vocali iniziali che conducono ad un crescendo entusiasmante, ricco di carica e classe, e ad accelerazioni vertiginose in cui le tastiere prendono il sopravvento e polverizzano ogni cosa circostante. Peccato solo, per il refrain ancora una volta non proprio spettacolare. La terza canzone, Just A Dream è invece il tipico lentone di turno, episodio piacevole e dotato di una bella parte solistica centrale in cui si nota il buon feeling della sei corde di Paolo Zinzi. Infine Crawl To Me, altra sonora mazzata, in costante mutazione ritmica, che sposa l’anima più progressiva del gruppo e contrappone improvvise sfuriate strumentali ad un ritornello aggressivo e ossessivo.

I Thunderdome dimostrano di avere le carte in regola per poter dire la loro nel prossimo futuro. Certo prima del “grande passo” ci sarebbero ancora alcune cose da migliorare, e mi riferisco in particolare alla struttura troppo alterna dei pezzi e ai refrain non proprio memorabili, ma le capacità tecniche sembrano esserci e se sapranno indirizzare la loro vena creativa in canali più precisi e diretti sicuramente ne vedremo delle belle.

Contatti: thunderdome@fastwebnet.it

Tracklist:

1) Born From The Dark
2) Sail Away
3) Just A Dream
4) Crawl To Me

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Band: Thunderdome
Genere:
Anno: 2005
65