Recensione: Times Of No Trust
Esordio discografico su full length, dopo qualche Ep, da parte dei bavaresi Clusterhead, autori di un HM melodico che in passato, soprattutto in patria, li fece accostare a gente come Axel Rudi Pell, Bonfire e Pink Cream 69. I Nostri sono un four piece, nascono a Regensburg nel 2005 e citano fra le proprie influenze classici come Judas Priest, Iron Maiden e Scorpions, insomma niente di nuovo sul fronte occidentale.
Times of No Trust è ottimamente prodotto e si sviluppa lungo undici brani, che come fattor comune posseggono la melodia nel Dna ma che, irrimediabilmente tendono a somigliarsi troppo fra loro. L’interpretazione abbastanza anonima da parte del singer Rene Brandt non aiuta certo l’economia generale del disco. In mezzo a cotanto piattume di idee e di songwriting ordinario si salva il guitar work di Frank Stadlbauer e si staglia nettamente un brano come l’ottima Ghosts, una power ballad a tutto tondo, adulta e molto ben rifinita, dove il cantante dà il meglio di sé, non esagerando con gli acuti, fatali nelle altre occasioni. Il resto è tutt’altro che memorabile: non da buttare in toto (interessanti, per i cori azzeccati, Poisoned e Deep in the Night), ma senza l’hook necessario per il genere proposto.
I Clusterhead suonano come le copie dei gruppi ai quali sono stati lontanamente paragonati, non riuscendo, con Times of No Trust, a comporre almeno una manciata di brani oltre a Ghosts che venga davvero la voglia di risentire. Particolare che, tenendo conto della sempre più grave crisi di vendite e l’agguerrita concorrenza nel settore, suona piuttosto grave.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Tracklist:
1. Tears I’ve Cried
2. Times Of No Trust
3. Made Of Stone
4. Ghosts
5. The Human Factor
6. Poisoned
7. Deep In The Night
8. Prediction Of A Fight
9. Dead Faint
10. Your Confession
11. Hole In My Heart
Line-up:
Rene Brandt – Vocals
Frank Stadlbauer – Guitar
Andreas Meyer – Bass
R. Diger Tonn – Drums