Recensione: Ultimate Guitar Zeus

Di Riccardo Angelini - 4 Luglio 2006 - 0:00
Ultimate Guitar Zeus
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Anno: 2006
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Carmine Appice non è certo uno che abbia bisogno di presentazioni. Quarant’anni di storia del rock lo hanno visto costantemente dalla parte dei protagonisti – anzi, dei fondatori – dagli esordi con i pionieristici Vanilla Fudge, passando per la miriade di band e artisti (Rod Stewart, Stanley Clarke, Ted Nugent, Ozzy Osbourne…) che hanno potuto godere del suo straordinario eclettismo dietro le pelli. Fino ad arrivare agli odierni Guitar Zeus, piccoli eventi musicali che vedono alcuni tra i maggiori dei dell’Olimpo chitarristico rispondere alla chiamata del maestro della batteria.

Ultimate Guitar Zeus è, idealmente, la raccolta che riunisce quanto di meglio finora composto da Carmine insieme ad alcuni dei più grandi chitarristi al mondo. Slash, Brian May, Ted Nugent, Zakk Wylde, Vivian Cambell, Yngwie Malmsteen, Richie Sambora… questi e altri i nomi illustri che figurano tra le schiere dell’esercito capitanato dal batterista statunitense, nomi che da soli bastano a rendere ragione della varietà e della qualità della proposta.

Non si può negare: i quattordici pezzi selezionati in quest’uscita non inventano nulla, non aggiungono nulla a quello che i loro interpreti possono aver già detto nel loro passato. Eppure tutti, dal più esaltante al più ordinario, hanno la stoffa del vecchio classico. Una sensazione che si diffonde fin dall’opener Days Are Nights, e che si intensifica con l’agrodolce Nobody Knew, o la cullante Doing Fine, o la scoppiettante Under the Moon & Sun, o la sorniona Where You Belong – brani che rivelano una classe comune a pochi, il tocco proprio solo dei grandi musicisti, quel feeling che da decenni fa parte del codice genetico del rock. Sei corde diverse di episodio in episodio per raccontare storie che, seppure forse già note, mai esauriscono il loro fascino. Ne è l’esempio più eloquente la rockeggiante cover dello straclassico Do Ya Think I’m Sexy, singolo letteralmente senza tempo, animato per l’occasione dal riffing volutamente ignorante di Pat Travers e insaporito dalla voce di un sorprendente Carmine Appice: sgraziato, impreciso, ma dannatamente accattivante.

E tra tanti professionisti della chitarra, trovano spazio anche un paio di dilettanti di lusso: si tratta del leggendario tennista John McEnroe, sorprendentemente a suo agio nell’atipica Stash, e del celebre attore Steven Seagal, che riserva le sue carezze al conclusivo GZ Blues. Certo, è dura non scomparire al confronto di cotanti maestri, ma tutto sommato si può dire che i due apprendisti riescano a non sfigurare nonostante l’impegnativo contesto.

Il concetto dovrebbe essere chiaro. Tutto in un modo o nell’altro già sentito, ma averne di dischi suonati con tanta classe.

P.S.
Certo che un po’ più di fantasia pittorica nella copertina non avrebbe guastato…

Tracklist:
1. Days Are Nights [Ted Nugent]    
2. Nobody Knew [Brian May]  
3. Stash [Stevie Salas / John McEnroe]  
4. Where You Belong [Slash]  
5. 4 Miles High [Steve Morse]  
6. Gonna Rain [Richie Sambora]  
7. This Time Around [Y. Malmsteen/D. Pinnick]  
8. Killin’ Time [Ty Tabor]  
9. Doing Fine [Vivian Campbell]  
10. Under The Moon & Sun [M. Mars/E. Winter]  
11. Code 19 [Zakk Wylde]  
12. Out Of Mind [Neal Schon]  
13. Do Ya Think I’m Sexy [Pat Travers]  
14. Gz Blues [Steven Seagal / S. Duncan]

 

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