Recensione: Unleashed In Japan
Il tastierista svedese Richard Andersson diede vita al progetto Time Requiem nel 2000, dopo aver congelato una band non troppo dissimile, i Majestic, intendendo evolvere il suo sound verso terreni progressivi sulla scia di Dream Theater e Symphony X. Accantonando le disquisizioni su quanto ci sia di progressivo nella musica delle citate band (per le quali vi rimando a diversi topic del nostro Forum), ciò che risulta innegabile è la dedizione – quasi un’idolatria – che il gigante scandinavo mostra per i classici, Mozart e Bach su tutti.
Dopo un album da studio, l’omonimo nel 2003, i Time Requiem bruciano tappe per altri impensabili a questo punto della carriera, e registrano un live album in Giappone, terra letteralmente divoratrice di power metal sinfonico, prima ancora di tuffarsi nella registrazione del secondo album, l’imminente “The Inner Circle Of Reality”.
Ciò che mi lascia più perplesso, tuttavia, è il cambio di monicker, che normalmente dovrebbe significare una svolta nello stile di una band, quando ciò non accade. Anche i protagonisti sono gli stessi, a partire dal singer Apollo (già incontrato nei Meduza), che gioca un ruolo fondamentale nel creare il sound dei Time Requiem. Esso è infatti derivativo, come lo era quello dei Meduza, e le sue radici, neanche a farlo apposta, risiedono nel power sinfonico le cui pagine sono state scritte da Yngwie Malmsteen senza lasciar spazio ad appendici, anche se – ancora una volta come accadeva per i Meduza – non mancano riferimenti alla parte americana del genere, rappresentata maggiormente dai Symphony X, sebbene qui meno evidenti.
E’ da sottolineare la buona prestazione in sede live del combo svedese, che praticamente non sbaglia nulla (anche se mi permetto di insinuare delle correzioni da studio, malcelate in alcuni punti), e coinvolge a dovere il pubblico. I brani qui inclusi sono praticamente tutti quelli del debut, fatte salve “I’ll Shoot The Moon”, “Approaching the storm” e “Voodoo treasure”, tratte dall’album Trinity Overture dei Majestic, compositivamente in linea col resto dei brani, e colpevoli per questo di confermare l’impressione iniziale secondo la quale questo progetto non è altro che la logica prosecuzione del precedente, unicamente modificato, a mio parere, dalla rinuncia all’elemento epic, che prima inondava letteralmente i platter e ne caratterizzava le liriche.
E’ anche per questo che questo live può considerarsi meno prematuro, alla luce del fatto che esce dopo tre album da studio, due dei Majestic e uno dei Time Requiem, tutti composti da Adersson.
Tracklist:
- Time Requiem
- Watching The Tower Of Skies
- I´ll Shoot The Moon
- Approaching The Storm
- The Aphorism
- Milagros Charm
- Visions Of New Dawn
- Above & Beyond
- Voodoo Treasure